Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Parabola umana di un cercatore di petrolio in California da fine ’800 alla crisi del 1929: tutto teso all’accumulo di ricchezze, l’uomo passa attraverso una progressiva cancellazione dei suoi fittizi legami familiari (un falso figlio, un falso fratello, entrambi in modi diversi espulsi dalla sua vita) e approda a una tragica solitudine. Il film è un tipico esempio di occasione sprecata. Ha l’ambizione di essere un affresco sociale sull’origine del capitalismo americano; ma, diretto da un regista barocco e ridondante che col tempo tende ad accentuare i propri difetti, si trascina troppo a lungo, è dispersivo, ricorre a stereotipi usurati (il vecchietto che rifiuta di vendere il suo fazzoletto di terreno al grosso proprietario: quante volte lo abbiamo visto?). E, se Daniel Day-Lewis offre come sempre un’ottima interpretazione, il personaggio del predicatore è debolissimo: svenevole, caricaturale, prevedibile nella sua ipocrisia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta