Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
L'oro nero che corrode la coscienza e far veniri fuori tutto il marcio annidato in profondità.Una volta dicevano che questi film raccontavano la frontiera,raccontavano la genesi del Sogno Americano.Se però questo è un sogno non vorrei mai essere visitato dagli incubi.Un film che dura quasi tre ore e che in realtà è un monologo attoriale,un one man show.Non c'è bisogno di antagonisti e comprimari.E che show !!!Daniel Day Lewis dona tutto se stesso alla rappresentazione sghemba del male che viene fuori allorchè si comincia a odorare la ricchezza.I primi minuti,muti praticamente ci raccontano di un uomo intestardito a cercare argento nelle viscere delle terra e uscire solo con una fastidosa melma nera.Si rompe anche una gamba ma si trascina per kilometri solo per perseguire il suo scopo.Il Plainwiew che conosciamo è un essere totalmente asservito alla brama di ricchezza che ha totale dispregio del genere umano.Ha collaboratori,non amici,adotta un bambino praticamente capitato per caso ma non esita a cacciarlo due volte ,la prima quando diventa sordo per un incidente mandandolo in un istituto(sequenza da mandare a memoria)e quando ormai grande vuole cominciare ad aprire una strada propria(il padre,putativo gli urla che è solo "A bastard in the basket",un bastardo nel cesto,da lui non avrà nulla).Non ha donne,l'unica donna che lui ama è la madre terra che gli dona quotidianamente l'oro nero.Un giorno un tale si presenta dicendogli che è suo fratello,ma quando scopre che non è vero lo uccide.Una vita dedicata all'avidità,al potere del denaro,alla misantropia fatta ragione di vita.Curioso il rapporto con la religione:non esita a battezzarsi per una chiesa avventista(non vorrei sbagliare) solo per ottenere il diritto di sfruttamento minerario della terra.Il predicatore(figura provocatoriamente ambigua come Daniel) lo monda dai peccati,cerca di fargli incontrare Dio e lui pensa alla terra che ha appena ottenuto.Sono entrambi le facce diverse della stessa medaglia.Anche il predicatore nel violentissimo finale è piegato dalla brama di denaro.La religione solo una facciata,una scusa pietosa per nascondere la sua umanità gretta e meschina.Il male vince,non si sa per quanto,ma qui la rappresentazione del male ha le fattezze di Daniel Plainwiew,un luciferino messaggero di rovina.Dopo L'inferno urbano di Magnolia ,quello familiare di Ubriaco d'amore e il mondo dorato del porno di Boogie nights Paul Thomas Anderson cesella un altro tassello della sua notevolissima carriera radendo al suolo la poetica e la retorica del Sogno Americano.In questo lo vedo molto affine a I cancelli del cielo di Cimino,due storie di frontiera,due storie che ricordano verità troppo spesso dimenticate ad arte per quanto sono scomode,due film per i quali il termine epico non è assolutamente sprecato.Anzi credo che sia l'unico che renda l'idea.Anderson ci regala un mondo brullo di fattorie nel bel mezzo del nulla,in campi lunghissimi ci fa quasi respirare l'aria che respiravano i pionieri.Nel Klondike andava di moda la ricerca dell'oro,qui i pionieri cercano l'oro nero e Plainwiew è il più bravo di tutti.La fotografia da brivido lungo la schiena evidenzia come poche volte mi è stato dato di vedere il nero del petrolio e il rosso del sangue e del fuoco che brucia i pozzi.Il resto poi lo fa l'immenso Daniel Day Lewis.Fagocita il suo personaggio e tutto il film,una rappresentazione continuativa del suo enorme talento anche in personaggi che possono essere sgraditi al grande pubblico.Qui incarna,aderisce in un magistrale parossismo a un personaggio corroso dal male che è il denaro,il capitalismo imperante.Il grande attore si aggira dolente con la sua andatura sghemba,ti fulmina con lo sguardo,ti impressiona per tanta immedesimazione. Anderson si dimostra sempre più regista di grande cinema americano ma allo stesso tempo si allontana dai dettami dei buoni sentimenti hollywoodiani e non esita a chiudere il film con un atto di aberrante violenza.Forse eccessiva,l'umiliazione del predicatore sarebbe già stata abbastanza.Quello che però ci dice il film è che l'uomo torna indietro nei secoli,torna alla difesa selvaggia del proprio terrotorio in una logica più animalesca che umana,usa la violenza ,regredisce quasi a uno stato di primigenia furia.Il denaro provoca tutto questo:più si progredisce economicamente più si regredisce mentalmente.Non basta una casa immensa,non basta non sporcarsi più le mani perchè si può pagare chi lo fa al proprio posto.La coscenza corrosa,scrostata come una vernice dalla facciata umana fa venire fuori tutta la bestia che è dentro....
piccola apparizione
ok
bravo
non male
ok
bravo
molto bravo
non male
prova di impressionante maturità
incredibile prova di recitazione.Non ho parole.
un altro tassello nella sua ricerca epica
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