Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Vagamente ispirato al libro "Oil!", con il quale ha veramente pochissimo in comune, il film è un tragico affresco nel quale bene e male si mescolano, si confondono, una denuncia feroce al capitalismo, anche quello primitivo, alimentato dalla sete di scoperta e di ricchezza, e una riaffermazione dei valori legati alla famiglia. Daniel Day-Lewis fornisce una prova sublime, soprattutto nella seconda metà della pellicola, con sfumature che possono essere colte solo nella versione in lingua originale, a partire dalla cadenza, dagli accenti e dal tipo di emissione che l'attore ha studiato su registrazioni d'epoca. Oscar quindi, su otto nomination, alla magistrale interpretazione del protagonista e alla fotografia, che è in alcuni passaggi invero felicissima. Unico neo, secondo chi scrive, è la musica appositamente composta per il film, nonostante numerosi riconoscimenti internazionali. Giusto l'approccio e il taglio contemporaneo, ma alcune sequenze, in particolare quella di percussioni in uno dei momenti più drammatici, sono decisamente infelici e denunciano scarsissima ispirazione. Peccato, sarebbe stata la ciliegina che il film meritava.
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