Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Rob Zombie gira questo film con grande compostezza rispettando il classico di Carpenter, ma non tradendo la sua poetica.
Remake del classico firmato da John Carpenter negli anni '70. Alla regia troviamo il molto discusso Rob Zombie, da una parte osannato come il nuovo Tobe Hooper e dall'altra giudicato come uno dei più incapaci registi in circolazione, che ha fatto il passo più lungo della gamba, passando dalla musica al cinema.
Per me Rob Zombie è un signor regista che sa fare il suo mestiere, un regista che, come in questo film, nonostante le pressioni della produzione, riesce sempre a mantenere in tatto il suo stile e la sua poetica.
Il primo tempo del film ha un ritmo indiavolato, caratterizzato da dialoghi molto veloci, che in brevissimo tempo ci presentano i vari componenti della famiglia Myers, sui quali si abbatterà la furia di Michael, ragazzo disturbato da una cattiveria innata e alimentata dall'odio presente all'interno dell'intera società (come spiegherà il personaggio di Malcom Mcdowell nella scena della presentazione del suo libro).
Rob Zombie nel primo tempo descrive perfettamente la discesa nella follia del piccolo Michael e del rapporto che si instaura tra lui e il dottor Loomis (un grandissimo Malcom Mcdowell).
La seconda parte è invece meno ispirata, perché Rob Zombie deve fare quello per cui è stato pagato, ovvero il remake di Halloween di John Carpenter.
Tuttavia tutti gli omicidi messi in atto da Michael Myers nella seconda parte sono portati sullo schermo con gusto ed eleganza anche se Zombie punta poco al male psicologico (caratteristica sempre presente nel suo cinema), preferendolo in questo caso al male fisico.
E' da sottolineare inoltre la bravura del cast, su cui spicca il già sopracitato Malcom Mcdowell e la bravissima Scout Taylor-Compton, che si dimostra essere la vera rivelazione del film.
Rob Zombie gira questo film con grande compostezza rispettando il classico di Carpenter, ma non tradendo la sua poetica.
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