Regia di Rob Zombie vedi scheda film
A differenza del film di John Carpenter, che era un capolavoro del non detto, il remake di Rob Zombie dice tanto, finendo così per non dire niente. Totalmente privo di quel senso di mistero e di quell'atmosfera claustrofobica che permeavano il capostipite e che rendevano paurosi anche i momenti di attesa, vuole colmare tale vuoto con eccessi di psicologia nella prima parte e di violenza e distruzione nella seconda, là dove Carpenter, al contrario, giocava abilmente al risparmio delle spiegazioni e dei risvolti più truculenti. Ellittico, spettrale e silenzioso l'originale; prolisso, esagitato e fracassone il rifacimento. In tal modo però il confronto non regge e Michael Myers, più che "l'ombra della strega", finisce per essere l'ombra di se stesso. Così come Malcom McDowell, che veste l'inconfondible soprabito beige del dottor Loomis, è solo l'ombra di Donald Pleasence.
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