Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
Robert Neville è l’ultimo uomo sulla terra. Un virus mutante ha abbattuto la popolazione mondiale e gli infetti che sopravvivono subiscono una mostruosa metamorfosi: creature che ibridano il vampiro e lo zombi, si aggirano di notte a caccia di sangue fresco. Robert esce di casa la mattina, si procaccia il cibo cacciando cervi nelle strade di New York e lancia messaggi radio. Al tramonto si barrica in casa, aspettando che si plachino le grida di un’umanità bestiale, affamata e rabbiosa. New York si adagia nella sua apocalisse silenziosa, e piano piano si arrende al deserto. Tratto dal celeberrimo romanzo di Richard Matheson, il film diretto da Francis Lawrence (alla sua seconda regia dopo Constantine) racconta bene una città senza occhi che cerca disperata la propria immagine e la solitudine alienante di un uomo. Purtroppo il film non si assume fino in fondo le proprie responsabilità e abdica al misticismo consolatorio di chi non ha argomenti migliori: il problema è sempre quello della (ri)nascita di una nazione, con l’aiuto di Dio. Non siamo dalle parti di 28 giorni dopo. Piuttosto ci tocca la retorica patriottica alla Kevin Costner; quello di L’uomo del giorno dopo, per intenderci.
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