Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
Purtroppo non ho mai avuto occasione di leggere "L'ultimo uomo sulla terra", romanzo di Richard Matheson da cui il film è tratto. Dello stesso autore ho però avuto la fortuna di vedere (quand'ero piccolissimo) in TV diversi episodi da lui scritti per la splendida serie "Ai confini della realtà" ("Twilight Zone"). Questa attuale è la terza volta che da quell'opera viene tratto un lavoro per lo schermo e, a detta di molti, pare che lo spirito originario si discosti parecchio dal prodotto cinematografico. Anzi, secondo alcuni, quello spirito è stato addirittura stravolto. Premesso che certe differenze sono inevitabili (per esempio quando Matheson pubblicò il suo libro si era in piena guerra fredda e l'ansia di quella situazione è ovvio non ritrovarla ora) va detto però che nell'opera originaria erano presenti sottotesti socio-politici dai risvolti vagamente (anzi qualcosa di piu' che vagamente) progressisti; e non è un caso se lo stesso Romero ha in piu' occasioni ammesso di aver tratto spunti ed idee dal romanzo di Matheson per il suo capolavoro "La notte dei morti viventi". Nel caso di "Io sono leggenda" invece, si va a parare esattamente dalla parte opposta, realizzando un mega-blockbuster di stampo hollywoodiano, spettacolare e divistico, che pare racchiudere un messaggio fortemente conservatore, che riaffermi con prepotenza il valore dell'Eroe Solitario che rappresenta le virtu' della Grande Nazione. E infatti il protagonista morirà da eroe, da patriota e da martire: una sorta di Santo Laico che si immola sull'altare della grande America. E anche il rapporto complesso fra "l'eroe" e i vampiri-zombie abbandona quei sottotesti politici tanto cari a Romero per appiattire tutto nella semplificazione del mostro che è solo cattivo, "diverso" e orripilante, senza quella lettura rivoluzionaria che caratterizzava gli zombies di Romero. Ma anche nel testo originario di Matheson pare che i "vampiri" non fossero così disumanizzati e che il protagonista cogliesse in essi come dei segnali di evoluzione sociale ed intellettuale. Qua invece si spazzano via in un colpo solo tutti i possibili dubbi: da una parte abbiamo il Super Patriota e dall'altra l'Esercito Nemico spietato. E in questo Patriota non c'è ombra di autocritica, guai a mettersi in discussione, solo l'Estremo Sacrificio della propria Carne come Soluzione Finale. E poi c'è...l'asso nella manica: il personaggio di Anna, che è davvero uno spasso, col suo look e soprattutto la sua configurazione intellettuale da ultrà Ciellina, una specie di incrocio fra una crocerossina e una perpetua giovane (!). Manca solo che dichiari di aver visto la Madonna e poi saremmo a posto. E sapete Will Smith come reagisce quando lei lo assale col suo eloquio in stile CL? Beh, le contrappone idealmente la figura del suo "guru" Bob Marley, evidenziando il lato mistico del suo messaggio pacifista. Mah. Insomma, per farla breve, gli americani si confermano per come li conosciamo: vale a dire che per loro il Patriottismo è una ossessione, quasi una malattia, un parossismo. Le sfumature non esistono: o con loro o contro di loro. A questo punto, dopo aver chiesto scusa per questa lunghissima digressione (che pure andava fatta, proprio per vedere in prospettiva la pellicola ed attribuirle un senso) non intendo esimermi dall'enunciare gli aspetti positivi del film. Film che, se visto nell'ottica del blockbuster da intrattenimento spettacolare, funziona a meraviglia. E ci mancherebbe...l'industria del cinema è qui per questo: intrattenere. Quando poi i mezzi finanziari non mancano, come nel nostro caso, ci si trova di fronte a dei "meccanismi perfetti", costruiti apposta per emozionare, terrorizzare, commuovere, rassicurare, etc., insomma: intrattenere. Certe immagini, infatti, di una New York City deserta, popolata solo di automobili abbandonate e branchi di gazzelle in fuga, attraversata da questa sorta di dolente Robinson Crusoe con al suo fianco (un pò come un Venerdì) il suo fido pastore tedesco Sam, queste immagini -dicevo- sono di una suggestione spettacolare perfetta. E anche gli effetti speciali non sono da meno, per esempio quando si tratta di rendere la furiosa disperazione dei vampiri annidati negli anfratti bui di questa New York città-fantasma. E chiudiamo con il giusto tributo alle curatissime scenografie e all'ottima fotografia di Andrew Lesnie.
Peccato solo per Richard Matheson. Sarei proprio curioso di chiedergli cosa pensa (sinceramente) di questo film.
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