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Io sono leggenda

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Io sono leggenda

di ROTOTOM
6 stelle

“I am legend”, il romanzo di Richard Matheson è un archetipo. Una storia in grado di raccogliere gli elementi base necessari per lo sviluppo di centinaia di altre storie ed in grado di condensare in sé la forma fondamentale dell’immaginario collettivo che compone la base archetipica sulla quale queste storie si fondano. Ovvero quell’esperienza e conoscenza a priori che è atavicamente presente nell’essere umano e che è parte integrante dell’inconscio. Nei miti e nelle favole l’anima testimonia sé stessa attraverso i modelli fondamentali della psiche rivestiti di elementi culturali, storie in grado di relativizzare il tempo e lo spazio in cui vengono proposte fino ad annullarli completamente. Il libro di Matheson è del 1954, in piena guerra fredda il virus che trasforma tutti gli abitanti della terra in vampiri ha una connotazione politica ben precisa, la collettività è senza divisioni, tutti ugualmente e analogamente preposti a succhiare sangue ai sopravvissuti. L’assedio e il ribaltamento dei ruoli. La paura sta nel rovesciamento dell’ordine costituito da parte di uno più forte fondato da regole diverse ma caratterizzato comunque da un Mito, un archetipo che da sempre è nella cultura atavica della conoscenza a priori che fonda l’animo umano. Il mito del Mostro, il diverso che incute terrore al solo nominarlo, l’uomo nero che si nasconde nell’armadio ed esce quando fa buio. Robert Neville, l’ultimo uomo rimasto sulla terra, immune al virus ha in se’ il Mito del mostro, il vampiro che esce di notte e succhia il sangue fino alla morte, leggenda che si perde indietro nel tempo. Ma nella società dominata dai vampiri la sua opera diurna di distruzione di quanti più mostri possibile lo trasforma ai loro occhi egli stesso Mito, il mostro da temere e tramandare come colui che di giorno, quando i vampiri dormono, trafigge loro il cuore con un paletto di legno. Il senso di "I am legend", io sono leggenda, nel libro di Matheson è questo. Egli diventa una Leggenda, l’inizio del Mito, dell’archetipo che fonderà nell’animo dei vampiri, nei secoli a venire, visto che l’uomo è stato spazzato via, il loro personalissimo babau. Splendido. Coesistono in questo libro il tema della consapevolezza della fine, visto che un uomo da solo non può sperare di generare alcunché; il tema dell’assedio, dell’essere umano contro il mondo che cambia suo malgrado con il conseguente abbattimento di tutte le certezze, materiali e psicologiche fino a quel momento date per acquisite; la relatività della condizione di normale/mostro che dipende unicamente da quell’immaginario collettivo che forma appunto l’archetipo di riferimento. “I am Legend” riveste un’importanza fondamentale per il cinema fantastico che ne ha ampiamente sfruttato sia le connotazioni puramente apocalittiche sia, molto più sottilmente, quella caratteristica sovversiva che rende realmente insinuante la valenza politica che il testo contiene. Il primo fu un film di Ubaldo Ragona che nel 1963 trasportò su pellicola, con Vincent Price come protagonista, la novella di “I am Legend”.
Successivamente Boris Sagal prese spunto da questo film per girare uno dei gioielli del cinema fantastico: “1975: Occhi bianchi sul pianeta terra” con Charlton Heston, girato con due soldi nel quartiere romano dell’EUR. Il tema dell’assedio viene poi ripreso da Carpenter ne”Distretto 13 le brigate della morte” ma è soprattutto Romero che con “La notte dei morti viventi” (1968) impregna la carne e il sangue in un dolentissimo bianco e nero trasformando l’uomo in cibo, in merce da consumare , applicando così il postulato di Matheson alla nascente società consumistica.
Cosa c’è di tutto questo nel film di Martin Lawrence? Poco o nulla. E’ incredibile come gli americani riescano a banalizzare qualsiasi cosa con la quale entrino in contatto. Come dei Re Mida al negativo. Come ogni prodotto hollywoodiano che si rispetti infatti non è presente alcun sottotesto all’apocalisse che si presenta ad un attonito e rassegnato Will Smith. Il senso del libro viene completamente stravolto. Non c’è nessun riferimento politico, sociale o psicologico se non un velatissimo riferimento ad un virus per combattere il cancro sfuggito di mano. Nulla di veramente disturbante e ambiguamente sovversivo. Ci sono i pretesti, le colpe da espiare, i cattivi che sono solo pateticamente cattivi senza quelle sfumature dolenti degli ingenui e spaventati vampiri di Matheson. La prima parte del film è la migliore, con Will Smith/Robert Neville e il suo cane Sam che si aggirano tra le macerie urbane di New York in cui la natura sta di nuovo prendendo il sopravvento, è una parte più intimista in cui i flash back riportano all’origine del male e alla famosa scena del ponte che collega Manhattan alla terra ferma che viene fatto saltare in un tripudio di effetti speciali in computer grafica. In computer grafica sono anche gli abitatori del buio, quelli che da vampiri nel romanzo originale vengono mutati in zombi gommosi e agilissimi, un misto tra Gommaflex e L’uomo ragno e la cui realizzazione digitale azzera completamente la plasticità della materia facendoli figurare come personaggi di un enorme video gioco. E’ così, “Io sono leggenda”, disinnescato, un prodotto action che brama con tutte le proprie forze quell’anima che meriterebbe mentre la produzione muscolare, tutta protesa verso il record d’incasso, spudoratamente gliela nega. Qualche momento horror, qualche momento di introspezione intimistica, un po’ di commozione, un momento ALL WILL SMITH che scimmiotta una canzone di Bob Marley. Aggiungere acqua e mescolare per una seconda parte più action in cui la regia videoclippara prende il sopravvento per rendere il tutto digeribile come medio intrattenimento, eppure ce la mettono tutta, Will e soci: la famiglia muore, il cane muore. Lui stesso muore nel cercare di difendere la cura affidata ad un paio di sopravvissuti e questo, alla colonia di reduci barricati in una regione dispersa del Vermont lo renderà leggenda, quello che ha salvato l’umanità immolandosi per essa. Almeno non è presente il buonismo politicamente corretto che ammorba tante produzioni simili. Almeno non così smaccatamente. Tutti a casa contenti, tutto sommato è finito bene. Il film è piaciuto, ho allungato le orecchie in sala per rubare commenti di gente che non sa che realmente, nel libro, il protagonista diventa leggenda è vero, ma per i Vampiri che colonizzano il mondo. La cosa che dispiace è proprio questa, che questi ragazzi convenuti in sala pop corn muniti, che non leggono mai, non avranno mai neppure una visione diversa da ciò che si aspettano, un buon action che li rimandi a letto senza farsi domande.

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