Regia di Marc Forster vedi scheda film
"Il cacciatore di aquiloni" è uno dei libri più letti degli ultimi cinque anni, era logico che se ne preparasse una versione cinematografia. Produzione usa, regista lo svizzero Marc Forster, già pronto per il prossimo James Bond, interpreti afghani , film girato in lingua originale : per Hollywood ciò è un bel passo, data la frequente cialtroneria nell'allestire set su luoghi non statunitensi, tipo il piccolo ma significativo particolare delle scritte puntualmente in inglese su muri o nelle missive lette dai personaggi. Non sono tra i tanti che hanno letto e si sono commossi sulle pagine del romanzo di Hosseini, e ancor più per questo, l'opinione è prettamente sulla pellicola che ne è stata tratta. Ebbene, Forster, del quale mi è sembrato più di una volta che fosse un potenziale bravo regista, ma che utilizzasse un modo di narrare prolisso e dispersivo, questa volta ha girato un film in cui la componente tragica giustamente non abbandona mai il racconto, e lo sguardo sul mondo a misura di bambino è fresca, veritiera, curata: ed emerge un quadro doloroso, di un paese di oppressi cronici, condannati da forme di potere spietato,che non tiene alcun conto della dignità umana.E quando giungono i titoli di coda , lo spettatore non è affatto libero dal pensiero delle moltitudini di Assan sparsi per il mondo, specialmente quello più povero, creature nate già vittime di un sistema crudele e cannibale.
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