Regia di Marc Forster vedi scheda film
Solenne opera incompiuta di Marc Forster, tratta dal best seller di Hosseini, sulla saga di due ragazzini afgani di etnie diverse e dai ranghi sociali contrapposti; profondamente amici, nonostante tutto, ma divisi da eventi crudeli e temperamenti opposti. E qua esce fuori il limite maggiore di regia e sceneggiatura: la mancata sottolineatura dei mille dettagli rivelatori di contrasti e affetti, invidie e gioie che intrecciano l'infanzia dei ragazzi, rende, alla fine, quantomeno equivoche e rigide talune condotte. Senza considerare poi l'ostacolo cinematografico, che spesso non consente di approfondire con le dovute sfumature i come ed i perchè di scelte e decisioni drastiche covate nel tempo e sofferte, dilaniate e dilanianti. Come impianto, il film, mi ha ricordato molto Le quattro piume: tipico canovaccio con antichi disonori e riscatto finale (tra indugi e travestimenti) per rendere giustizia all'ormai adulto Amir, perseguitato nel tempo da croniche debolezze e lanciato allo sbaraglio alla ricerca inconscia d'un atto liberatorio. Non rende giustizia, invece, la trasposizione lineare del libro, che per paura di saltare le pagine, salta sistematicamente il "tra le righe", molto più incisivo, profondo e commovente rispetto al semplice narrato applicato da Forster. Ci si sarebbe, forse, potuti dedicare con meno intensità alle emozionanti cabrate degli aquiloni e tentare un volo, ben più ardito, tra gli animi contrastati dei giovani protagonisti.
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