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Joko invoca Dio... e muori

Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film

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La recensione su Joko invoca Dio... e muori

di mm40
2 stelle

Scritto da Antonio Margheriti e da Renato Savino, diretto dallo stesso Margheriti sotto lo pseudonimo Anthony M. Dawson (per lui usuale), Joko invoca Dio... e muori è un prodottino che si distacca dal puro filone 'alimentare' semplicemente per la voglia di stupire nell'esasperata crudeltà delle situazioni e delle scene raccontate nella storia; ma al di là di questa curiosità non rimane molto della pellicola. I bassi standard produttivi si possono ravvisare già scorrendo i titoli del cast: Richard Harrison (americano già visto in innumerevoli lavori di genere, dal peplum alla spy story), la slovena Spela Rozin (alias Sheyla Rozin e sostanzialmente mai sentita nel nostro cinema fino a quel momento - e in futuro non le andrà granchè meglio), Claudio Camaso-Volontè (fratello di Gian Maria e a sua volta interprete abbastanza dotato) e ancora Guido Lollobrigida, Ignazio Spalla e nomi perfino minori. Fotografia affidata al consueto collaboratore di Margheriti, Riccardo Pallottini, musiche non esaltanti di Carlo Savina che ha però il non piccolo merito di azzeccare un tema (Vengeance, come il titolo del film nella versione americana) memorabile. Per il regista questo è soltanto uno dei tre film licenziati in quello stesso 1968, il che già spiega un bel po' di cose. 3/10.

Sulla trama

Il bottino aureo di una rapina è conteso fra due bande di pistoleri senza scrupoli; Joko, unico sopravvissuto di una delle due bande, compirà la sua personalissima, efferata vendetta.

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