Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film
Suona in una band punk-rock e legge “Il mucchio selvaggio”, la fidanzata lo tradisce e i sogni di gloria si allontanano vieppiù. Senza contare che ha ormai 35 anni. Tanto basta per decidere di tornare a casa, in provincia, (ri)accolto dalla famiglia. Il tenero Gianni (Zanasi) azzecca una commedia con al centro un bamboccione disilluso e tutt’intorno una schiera di personaggi a dir poco contorti, tra i quali spicca il fratellone Giuseppe Battiston in perenne crisi di nervi, infatuato della mozzafiato Caterina Murino, squillo di lusso. Osservando divertiti la concatenazione di eventi, viene in mente che forse la vita di provincia è un po’ più noiosa di così, ma è pur vero che dalla notte dei tempi (Piero Chiara docet) tra le mura delle case di gente “normale”, “perbene” e “senza pretese” si annidano i germi di cataclismi sociali ed esistenziali. Il meccanismo narrativo accumula situazioni e stati d’animo, non tutti necessari (la digressione “lesbica” della sorella Anita Caprioli, per dirne una) ma Zanasi ha un pregio, di solito riconosciuto solo ai grandi del genere: riesce a non sprecare neanche uno dei caratteri, tutti definiti al meglio in sede di sceneggiatura prima e dalla recitazione degli attori poi. Prezioso.
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