Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film
Il film parte piano, ci mette un po' a carburare, la prima mezzora mi ha lasciato un po' interdetto, ma poi decolla e vola alto. Situazioni ed eventi di un microcosmo familiare cui è difficile non farsi toccare. E' un film più che altro di sensazioni, in cui i fatti si perdono in una sorta di inconcludenza inghiottiti nell'amaro calice del quotidiano. I personaggi compiono un percorso, vivono emozioni anche forti, ma alla fine si ritrovano più o meno al punto di partenza. Forse Michela è quella che sta meglio ma chissà se Alberto avrà la forza di cambiare la propria vita e Stefano? Il suo balzo finale sarà tra le braccia del pubblico in delirio o morderà l'asfalto? Per certi versi ho trovato delle analogie con “Speriamo che sia femmina”, soprattutto per quel senso di sospensione e ineluttabilità di cui ho sentito pervaso il film. Non era una film facile da fare perché riesce a farti sorridere ma sempre con un sottofondo di amarezza e l’equilibrio tra il serio e il faceto è una delle cose più difficili da realizzare sulla scena. Un bravo a Gainni Zanasi
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