La recensione su Un colpo perfetto

di cherubino

8 stelle

Furto con destrezza, senza violenza nè uso di armi. E allora vien da fare il tifo per chi lo concepisce, specie se si tratta di diamanti da rubare ad una potente multinazionale e chi pensa di compierlo forse qualche buon motivo c'è l'ha e già ci era simpatico prima: Michael Caine e Demi Moore, coppia inedita veramente amabile.

UN COLPO PERFETTO (2007)

"Furto con destrezza" è - tra i reati - il più affascinante. Non c'è neanche bisogno di "giustificarlo" con motivazioni particolari riguardo all'autore (l'artista) che l'ha compiuto o caratteristiche moralmente esecrabili di chi il furto lo subisce, per lo spettatore medio quale io mi reputo: si fa il tifo per il ladro. Naturalmente, se non c'è violenza nè uso di armi, il colpo è "veramente" perfetto, da ogni punto di vista, sempre che si parli di un film. Tutt'altra cosa nella realtà, ma - penso - solo se sei la vittima.

Non potevo dunque esimermi dal rivedere, dopo otto anni, questo film il cui Arsenio Lupin è, già si simpatizza iniziando a dirlo, un "anziano signore addetto alle pulizie" e le vittime invece dei "colossi a livello mondiale". Non basta: è interpretato, il Signor Harry Hobbs, da un attore che, film dopo film, si è fatto nei decenni apprezzare sempre di più fino a divenire, quando il passare del tempo ha incominciato a farsi inclemente, un vero e proprio mito. Parlo, naturalmente, di Michael Caine, oggi forse il mio attore preferito.

Con lui un' attrice - Demi Moore - che qualche anno prima aveva suscitato i desideri di tanti maschietti ma anche interpretato ruoli non facili che comportavano doti non indifferenti, recitative e non solo (mi riferisco, per esempio, a "Soldato Jane", del 1997).

E' il personaggio da lei interpretato (Miss Laura Quinn) che racconta la vicenda, ambientata al 1960, in un' intervista di quarant'anni dopo nella quale una giovane giornalista, con una certa sufficienza, le chiede di dire qualcosa - per la rubrica Donna manager - riguardo alla sua vita lavorativa.

"..Lei negli anni '50 si fece strada come unica donna manager in quella compagnia..."(*). L'impressione è che vorrebbe solo qualche parola, per passare ad altro un tantino più interessante, anche perchè si trova di fronte ad una donna vestita in modo dimesso, dai capelli bianchi.. ma con l'espressione serena e sorridente. Rimane però di stucco perchè la sua interlocutrice le mostra, con naturalezza, un diamante da 168 (!) carati dicendole: "L'ho rubato alla London Diamond Corporation". E volentieri si sorbirà - come noi in flashback - tutto il film.

Del quale non Vi dirò altro, perchè è un film che va gustato passo passo disponendo delle notizie secondo i tempi nei quali la regia ha deciso di mettercele a disposizione, con l'intento - raggiunto - di mantenere suspense durante l'intero percorso della vicenda, anche prima che sia presa la decisione se tentare o no l'impresa. E forse questa prima parte, la preparazione del colpo, è ancor meglio della seconda.

Il regista è Michael Radford, che diresse - lo ricorderete - l'ultimo film del grande Troisi "Il postino": un direttore coi fiocchi.

I due protagonisti sono coadiuvati da un folto stuolo di ottimi attori, dei quali mi limiterò a citare Lambert Wilson, che interpreta il detective Finch, incaricato delle indagini ma forse più interessato a Miss Quinn.

Il mio parere sul film, si sarà capito, è ampiamente positivo: quattro stelle.

Capisco anche chi abbia dato mezza stella in meno. D'altra parte alcuni di Voi mi hanno detto che tendo ad essere "di manica larga" (ma non mi sembra questo il caso).

Quando avviene lo faccio, trattandosi di miei pareri personali, "per simpatia"; e normalmente lo dichiaro.

A proposito: Questa è la mia cinquantesima recensione, nei sette mesi dalla mia iscrizione a Film Tv. Niente di eccezionale, chiaramente.

E comunque colgo l'occasione per ringraziare tutti gli utenti (e lo Staff) per la simpatia (e benevolenza) dimostratami in questo tratto di strada. Grazie a tutti da Franco /cherubino

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(*) Ci credo! In Italia era così (parlo di grandi aziende) anche 15/20 anni dopo.