Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Dante è un giovane di buon carattere, pieno di bontà d'animo - nonostante, per sostenersi, abbia architettato una truffa ad una compagnia di assicurazioni - particolarmente ingenuo e molto solo; può contare esclusivamente sull'affetto dei ragazzi disabili che ogni giorno trasporta con lo scuolabus, ed, in particolare di Lillo, uno di loro. S'innamora quasi a prima vista di Maria, una misteriosa donna che incontra e perde più volte; quando i due iniziano a frequentarsi con maggiore assiduità, ella gli cambia look ed inizia a chiamarlo Johnny. Successivamente, lo invita a Palermo, in una dimora di lusso, dove Maria vive insieme ad un uomo che gli presenta come zio. I due, in realtà, sono moglie ed avvocato di Johnny "Stecchino", un criminale italo- americano costretto al pentimento ed alla latitanza e braccato dai killer della criminalità organizzata. Dante ne è il sosia, ed i due vorrebbero sfruttare la somiglianza per liberarsi dei persecutori di Johnny. Valida commedia di e con Roberto Benigni - che ho voluto rivedere dopo molti e molti anni - con diverse luci e qualche ombra. L'attore e regista toscano realizza un'opera a propria misura; la sua persona è quasi sempre al centro della scena, per lo più nei panni dell'ingenuo e bonario Dante, ruolo nel quale si esprime con estrema naturalezza; e' meno spontaneo nelle vesti di Johnny "Stecchino", personaggio caratterizzato in maniera grottesca, dall'indole infida ed incline all'eccesso. Circa i contenuti, registriamo la presenza di un intreccio sentimentale. Maria, donna enigmatica, approfondisce la propria conoscenza con Dante per sfruttarne la somiglianza con il marito, persona abbietta, al fine di farlo eliminare al suo posto; pone in essere il proprio piano, che subisce modifiche in corso d'opera. Non può, infatti, ignorare le differenti caratteristiche morali dei due, pertanto sceglie di salvare la vita di Dante, condannando il marito ad una sorte che il criminale, in sè, sapeva di non poter evitare. Questo aspetto, a mio parere, passa in secondo piano, di fronte ai contenuti di denuncia sociale. Il racconto descrive, seppur con toni leggeri, una classe dirigente "infiltrata" di influenze del crimine organizzato. Un pentito per convenienza, un giudice amico dei mafiosi, un ministro vizioso e con molte cose da nascondere, carabinieri inerti e faccendieri di ogni genere, sono i personaggi che entrano in contatto con il protagonista nella lunga sequenza di equivoci che caratterizza la seconda parte del film. Tra gli attori, oltre a Roberto Benigni, ho apprezzato Paolo Bonacelli; di meno Nicoletta Braschi, la quale nasconde il ruolo di vera motrice degli eventi con un aspetto "etereo", a volte poco espressivo. Il ritmo del film è altalenante. La prima parte, concentrata sulla presentazione del personaggio di Dante, è lenta e non proprio entusiasmante. Molto più vivace la seconda, ambientata a Palermo, la quale contiene memorabili sequenze quali quella del teatro. Una commedia dai validi contenuti, che invitano alla riflessione tramite il sorriso, ben interpretata da un "multiforme" Roberto Benigni.
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