Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
"Ma quanto costano le banane a Palermo?" – Paradossale e spassosa commedia degli equivoci firmata Benigni, che in quest’opera propone una satira velata su diverse tematiche: la mafia siciliana, la droga, le false invalidità civili, il furto e la sessualità repressa.
Tutto ruota attorno al personaggio di Dante, un bambinone mai veramente cresciuto, che lavora come autista di scuolabus per ragazzi affetti dalla sindrome di Down. È un uomo semplice e disponibile, poco esperto con le donne ma alquanto disonesto, poiché si finge invalido – simulando un tic alla mano che in realtà non ha – e ha pure il brutto vizio di rubare con un trucco, delle banane ai fruttivendoli.
Premesse, queste, già di per se stesse divertenti, a cui il comico e regista italiano aggiunge a un simpatico show degli equivoci: Dante assomiglia (fatta eccezione per un neo) a un noto mafioso palermitano di nome Johnny e questa somiglianza sarà per lui fonte di strambe vicissitudini.
Il motore della trama è l’ingenuità di Dante, che lo porta a fidarsi di Maria, la moglie del mafioso, e a credere a tutto ciò che gli viene detto a Palermo – perfino che la droga sia una medicina!
Perfetta la messa in scena, ottimo il cast e incisivi e memorabili molti dei dialoghi.
Benigni, disinvolto e divertente, si divide con successo e bravura in un doppio ruolo. Non sono esilaranti solo le sue battute, ma anche la sua mimica e le sue buffe espressioni facciali. La moglie, invece, Nicoletta Braschi, è un po' insipida e affettata nel suo ambiguo ruolo. Ottime in compenso le prove di Paolo Bonacelli e Ivano Marescotti. I loro personaggi arricchiscono di comicità la trama.
Non ci sono parentesi sentimentali, ma solo amori non corrisposti o platonici. Tutto viene ironizzato.
L'epilogo a sorpresa, che rivela la scelta finale di Maria, i doppi sensi, l'ambiguità e la sfacciataggine con la quale vengono rivisitati stereotipi e luoghi comuni sono certamente i punti di forza di questa pellicola.
In definitiva, un piccolo cult gustoso da vedere e rivedere.
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