Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Benigni tocca sempre temi forti e riesce ad ironizzare splendidamente, senza scadere nella farsa o nella faciloneria dei luoghi comuni. Qui si tratta la mafia con mano leggera, ma mai si scende nel ridicolo; Benigni boss mafioso è molto poco credibile, più macchietta che gangster, ma finisce comunque ammazzato per mano dei rivali. Ci sono momenti irresistibili e battute memorabili (la moglie del ministro, il traffico a Palermo), ma anche qualche lungaggine qua e là - la durata totale arriva a due ore, non poco. Musiche 'felliniane' di Evan Lurie, il fido Cerami in collaborazione alla sceneggiatura, qualche spalla di lusso (Bonacelli e Marescotti), l'inespressiva marionetta della Braschi a infastidire lo spettatore ed abbassare drasticamente, purtroppo, il risultato finale. Ad ogni modo, un altro lavoro che consacra il genio del comico toscano.
Dante, sempliciotto toscano che guida un bus, incontra Maria. E' amore a prima vista; lei lo invita ad andarla a trovare dove vive, a Palermo. Dante arriva in Sicilia ed è mira di minacce, insulti in pubblico, sparatorie: non sa di essere il sosia dell'uomo di Maria, Johnny Stecchino, mafioso pentito.
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