Regia di Michel Gondry vedi scheda film
Ok è scritto e diretto coi piedi, forse volutamente. Però ogni tanto è spassoso e ricorda l'euforia di certo free cinema inglese dei sixties (Lester) o l'anarchia della prima New Hollywood...e poi c'è quel finale, che se non aggiunge nulla (emotivamente parlando) ai vari Nuovo Cinema Paradiso, Effetto Notte etc...resta comunque impresso nella memoria per l'umore dolce-amaro e fa riflettere sul senso del cinema nell'era contemporanea, sul rapporto produttore/consumatore (o anche artista/spettatore), la pirateria o presunta tale, il copyright, gli studios e le major contrapposti alla filosofia del Do It Yourself...è paradossale che un film sul culto dell'home-video si trasfrormi in un inno alla fruizione pubblica e collettiva di uno spettacolo autenticamente popolare...ode all'umiltà dei mezzi, all'indipendenza espressiva, all'artigianato della celluloide, ma anche canto di morte del cinema inteso come compartimento stagno, disciplina rigorosa che richiede professionalità e uno scarto rispetto alla vita reale: il cinema muore se si confonde con la realtà, se il suo immaginario invade la quotidianità dell persone...o forse, invece, proprio per questo, il cinema rivive nelle persone che lo guardano (e lo immaginano, e si immaginano farlo, o addirittura lo fanno!)...che il cinema del futuro sia davvero quello fatto, inconsapevolmente, dalla gente comune?
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