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P.S. I Love You

Regia di Richard Lagravenese vedi scheda film

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La recensione su P.S. I Love You

di giancarlo visitilli
4 stelle

Non basta la De Filippi, Beautiful, Anche i ricchi piangono, Centovetrine, ecc., per farci scordare dell’amore? Perché anche lo stesso tormento al cinema? Fosse uscito per san Valentino, questo film di LaGravenese, avrebbe reso onore almeno a quell’inutile giorno che è, appunto, il giorno del santo degli innamorati.
Per chi, accanto al regalo alla propria/o fidanzata/o, voglia spendere ancora inutilmente una ventina di euro, quella della corsa al cinema, per vedere questo film (?), è l’occasione opportuna.
La storia è quella, d’amore, fra Holly e Gerry, innamoratisi sui banchi di scuola e sposatisi promettendosi amore e fedeltà per tutta la vita. Fino a quando Holly, a soli 29 anni, rimane sola perché Gerry non c'è più, portato via da un male incurabile. La ragazza, senza avere accanto a sé l'uomo della sua vita, scivola sempre più verso il nulla, con grande apprensione di sua madre e delle sue migliori amiche. Due mesi dopo la scomparsa del marito, Holly riceve un misterioso pacchetto contenente alcune buste ciascuna con il nome di un mese scritto sopra e accompagnate da una lettera scritta da Gerry. Suo marito non l'ha abbandonata. Prima di morire, ha scritto per lei la lista-testamento, che aveva promesso di redigere, in caso se ne fosse andato per primo: un elenco di cose da fare per andare avanti, per arrivare fino a sera, per ritrovare pian piano il senso dell'esistenza. Mese dopo mese, Holly inizia a seguire le missioni, una sorta di “fuochino fuocherello”, che Gerry le ha assegnato, tutte con in calce “P.S. Ti amo”.
E’ mistero come possa un’attrice della levatura come Hilary Swank, lasciarsi arruolare da registi che hanno ancora voglia di non fare sul serio. Come si può restare indifferenti dinanzi ad un dialogo con battute come: “Non sapevo che eri sposata”. “Ho 39 anni e ci conosciamo da ieri”?
E’ un film degno per coronare la serata fra gli amanti che si amano, ma non sul serio. Perché se questo raccontato in questa pellicola fosse amore, tutti saremmo morti prima del tempo, come il protagonista del film e gli spettatori che resistono in sala, seduti e annoiati, almeno fino alla prima mezz’ora.
Giancarlo Visitilli

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