Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Quarto e conclusivo (per ora) episodio della tetralogia cinematografica dedicata a Indiana Jones, dopo I Predatori dell'Arca Perduta (1981), Indiana Jones e il Tempio Maledetto (1984) e Indiana Jones e l'Ultima Crociata (1989). L'anello che virtualmente congiunge i diversi capitoli trova qui la sua sutura nel ritorno dell'eccellente coppia formata da Indiana Jones (Harrison Ford) e Marion Ravenwood (Karen Allen), i quali sono altresì i soli personaggi "storici" della saga ad essere ancora presenti fisicamente. Tra le novità, invece, si distingue senz'altro la Irina Spalko interpretata dalla competente Cate Blanchett. Non male pure Mutt Williams, un Shia LaBeouf alquanto in parte.
La trama in sé non è malvagia come temevo fosse. Certo, i quasi trent'anni trascorsi dall'esordio sono ridotti a venti nella finzione "narrativa" e un po' si nota la differenza, in effetti. Tuttavia lo smalto non è andato affatto interamente perduto e questo film sarà in grado di ridestare i migliori ricordi degli appassionati. Sì, perché mai come in questa occasione si è intessuto un intreccio così ricco di citazioni e riferimenti agli eventi passati della serie da strappare inevitabilmente assai più di un semplice sorriso di approvazione. Per esempio, la paura di Henry Jones I per i ratti, riflessa nel terrore di Henry Jones II per i serpenti, che a sua volta si ripercuote nel panico di Henry Jones III di fronte agli scorpioni.
Consigliato. Sebbene il terzo rimanga assolutamente insuperabile e (a mio avviso) pure il primo sia di gran lunga a quest'ultimo superiore, credo che esso sia ragionevolmente di qualità confrontabile al secondo. In ogni caso, davvero mi sarei aspettato qualcosa di più simile a quanto raccontato in Indiana Jones e il Destino di Atlantide (Indiana Jones and the Fate of Atlantis), il videogioco del 1992 che vedeva pure l'esordio della solare Sophia Hapgood. Peccato. Chissà, magari terranno buona l'idea come libera ispirazione per il tanto vociferato quinto film, se mai vedrà luce...
1957, durante la Guerra Fredda. Indiana Jones scampa a un gruppo di scellerati agenti sovietici, campeggiati dalla bella e glaciale Irina Spalko, e incontra il giovane e ribelle Mutt. Egli propone all'avventuroso archeologo la ricerca del leggendario Teschio di Cristallo di Akator, nelle zone più remote del Perù. Presto si renderanno conto di dover evitare che finisca in mano ai comunisti russi, in quanto anche la prescelta squadra militare di Irina Spalko è impegnata nel ritrovarlo.
Per fortuna è il grande John Williams a firmare pure questa composizione. Musiche in modalità "operazione nostalgia", soprattutto nella rievocazione del celebre tema principale.
Forse il pre-finale, in pratica come vengono liquidati i cattivi di turno. Troppo sbrigativo e spinto all'eccesso.
Ogni volta professionale e a suo agio in questo genere di film, del quale è un vero maestro.
Indiana Jones è quello di sempre, solo un po' invecchiato.
Una carismatica Irina Spalko, grazie al suo talento nell'interpretazione.
Mutt Williams è ben caratterizzato. Simpatica novità.
Il ritorno di Marion Ravenwood era atteso e non delude. Magnifica.
Sembra essersi divertito nei panni di Harold Oxley.
Discreto "Mac" George McHale.
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