Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Bentornati su Pieraccionilandia, dove il tempo mirabilmente non passa mai, e da dieci anni tutto è cristallizzato con un'ottica addirittura da paese dei balocchi anni Cinquanta. Su qualche quotidiano si era letto di qualche passetto in avanti dei prodotti pieraccioniani, ma c'è da chiedersi, in una sala in cui ride poca gente, cosa si sia voluto dire con ciò: altro che l'amore al tempo del colera, come è intitolato un rivale per la pandorata di Leonardo l'Incassatore, la sua opera omnia si potrebbe definirla "l'amore al tempo dello zucchero filato". Senza sprecarsi ennesimamente sulla pretesa di una visione del mondo di un'ingenuità quasi commovente ( piccola nota, mai menzionato nemmeno internet nei suoi film, quando lo dico che siamo negli anni Cinquanta...), fate caso alla "gag" del gommone che si schianta addosso a un panfilo, ci vogliono quasi dieci minuti di film per elaborare una scena che non fa ridere nessuno, e diventa quasi imbarazzante. Pieraccioni da anni prepara la stessa pietanza con gli stessi ingredienti, ma la minestra è ormai talmente riscaldata che evapora: Laura Torrisi, comunque belloccia, evidenzia , forse volutamente, il suo non essere un'attrice, Ceccherini & gang si divertono comunque più degli spettatori, e Garko fa un "o'malamente" da fotoromanzo. Sulle doti di commediante del fiorentino più redditizio dello show business italiano c'è da dire che sono inversamente proporzionali alle sue fortune, fioccan gli sbadigli, e ai titoli di coda si arriva con la medesima sensazione che si prova a fare un percorso in autobus fatto troppe volte, sbuffando per le troppe fermate...
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