Regia di Nadine Labaki vedi scheda film
Amori, aspirazioni e delusioni di cinque donne che gravitano in un negozio di parrucchiere di Beirut: chi è infelice perché costretta al ruolo di amante, chi perché non accetta la propria omosessualità, chi perché ha dovuto dedicare l'esistenza intera alla madre, chi perché avrebbe voluto avere successo in televisione e farsi un litfing e chi perché non sa come fare per confessare al proprio futuro sposo di non essere più vergine.
Fotoromanzo che più rosa non si potrebbe, più soap opera che film da sala cinematografica, scritto da una donna a uso e consumo di quella parte di pubblico femminile che ha costituito l'humus sul quale è germogliata tanta letteratura, il film della regista libanese si ferma sotto il minimo sindacale sul piano del linguaggio delle immagini e regola il racconto secondo i più vieti clichè, con ampio uso di ellissi narrative. Pregevole la prova delle attrici, tutte rigorosamente non professioniste.
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