Regia di Jon Turteltaub vedi scheda film
L’avventura di turno del professor Benjamin Gates si svolge stavolta nelle profondità del monte Rushmore, dove pare si nasconda la “città d’oro”. Prima di arrivare nel South Dakota però, Gates, con il padre, il fido Riley e la ritrovata Abigail, da cui è in punto di divorzio, si avvale stavolta dell’aiuto della madre, esperta in codici antichi, e nientedimeno che della collaborazione del Presidente degli Stati Uniti in persona. La formazione di esploratori di ventura si allarga sensibilmente perché oltre alla ricerca storico-scientifica stavolta c’è in ballo la reputazione dei Gates, messa in dubbio da un episodio dubbio del passato (che lo spettatore però conosce già dall’incipit). Inutile dire che Gates porterà a termine la sua missione, coi complimenti del Presidente ed il ritorno dell’amore nell’intera famiglia Gates.
Se si enuclea l’avventura, l’azione e il bel profilmico che funge da egida ad un certo patriottismo di fondo (la solita visione americo-centrica di Bruckheimer e Turteltaub che degli USA trasmettono solo le note positive), “Il mistero delle pagine perdute” risulta un film gradevole agli occhi.
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