Regia di Chris Weitz vedi scheda film
L’inizio di una nuova trilogia. Queste Oscure materie di Philip Pullman. Mondi (apparentemente) fantastici nei quali intraprendere l’ennesimo viaggio. La bussola d’oro è il primo tassello. La porta d’ingresso. Il film che dovrebbe aprire le dimensioni del fantastico alla visione dello spettatore.
Ancora una volta ci si scontra con la deriva dell’immaginario fantasy. Ancora una volta si tende all’accumulo narrativo, attraverso una scrittura postmoderna (ma solo in superficie) che tende a mischiare quante più influenze possibili. Manca una mente organizzatrice, si perdono le coordinate della visione.
Orsi bianchi guerrieri, scuole alla Hogwarth, bambini usciti fuori da un romanzo di Dickens, stili architettonici rinascimentali e liberty, il (presunto) viaggio di formazione di una fanciulla, navi volanti e zingari-pirati, i presagi di una futura guerra.
Lo stupore davanti all’immagine, il senso della grandezza visiva, lo sbalordimento dell’evoluzione digitale non raggiungono mai l’occhio dello spettatore. La sceneggiatura avanza attraverso salti acrobatici, cercando di spiegare e continuando a nascondere, ricollegando eventi per poi lasciarli in sospeso. Rimangono oscuri alcuni di quelli che sembrano elementi fondamentali della storia e del suo futuro sviluppo. Il daimon, spirito animale che accompagna uomini e bambini, manifestazione ferina dell’anima. Torna in mente Socrate, il valore del suo demone, per i bambini (e gli adulti) della storia questo essere sembra più un’animale da compagnia che una voce interiore. Poi la polvere, elemento esoterico e anche motore narrativo, la sua origine, la sua natura rimangano ambigui. Forse altre cose verranno spiegate nei due capitoli successivi.
Nessuna traccia di tensione epica o di semplice interesse nella forma narrativa, sembra di assistere ad un gigantesco trailer di due ore, si sommano gli snodi del racconto, si crede di saper raccontare.
Quasi tutti gli attori sono fuori parte (Daniel Craig, Nicole Kidman in versione pubblicità Chanel, Eva Green). Divertente il personaggio interpretato da Sam Elliot, variante del cowboy che ci narrava le avventure del Drugo Lebowski.
La bussola d’oro non sa che direzione prendere e finisce per perdersi nella propria frammentaria struttura. Forse i seguenti capitoli aiuteranno alla migliore comprensione di un testo e di un universo ancora molto caotici.
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