Regia di Walter Hill vedi scheda film
John Sidley (Mickey Rourke), detto ironicamente “il bello” per via di una deformazione congenita al viso, organizza un colpaccio per aiutare un vecchio amico in difficoltà. Si avvale delle maestranze di due balordi che sul più bello lo tradiscono. Johnny viene arrestato ed intanto medita vendetta.
“Johnny il bello” , manifesto sanguinante di un sentimento, l’amicizia, capace di rendere belli e meno soli anche i mostri , è un’opera fortemente iconica, influenzata dai vecchi noir anni 40 (“La fuga “ su tutti, capolavoro con Bogart che cambia faccia dopo un colpo), ove lo sviluppo quasi elementare della trama non penalizza l’azione .
Tutto merito del regista Walter Hill, capace di imprimere forza e disperazione ad ogni fotogramma e di filmare con grande senso del ritmo, ma anche del protagonista Rourke, superlativo soprattutto nel comprendere le sfaccettature del ruolo a bocce ferme, evitando così un interpretazione sopra le righe, che avrebbe mandato tutto a tarallucci e vino. Del resto nei ruoli da freak l’attore si dimostrò a proprio agio venti anni dopo nel ruolo del lottatore di wrestling diretto da Aronofsky, che gli valse il suo primo golden globe.
Bene anche Freeman nei panni dell’ambiguo poliziotto ed Ellen Barkin , vera e perfida bomba sexy.
Teatro della vicenda è la Lousiana; New Orleans deve essere parecchio cara al regista, che vi tornò recentemente per girare un altro bel noir , Jimmy Bobo – Bullet to the Head , con il vecchio Sly che se la prende con Jason Momoa. Anche il tema della trasformazione fisica ritorna nell’ultimo lavoro del regista di Long Beach, Nemesi, opera assurda pure questa sulla carta , eppur irresistibile.
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