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Johnny Guitar

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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La recensione su Johnny Guitar

di alan smithee
10 stelle

NICK'S MOVIES

-"Ti ammazzerò uno di questi giorni"

-"Certo.... se non ti ammazzerò io prima"

Vienna è una tenace tenutaria di un saloon aperto in prossimità dei luoghi ove dovrebbe sorgere una nuova stazione ferroviaria. La donna intende creare una vera e propria cittadina, sfruttando il nuovo corso di gente che scaturirà col nuovo scalo ferroviario. Alle sue mire, legittime ma troppo ambiziose, si oppongono da tempo i principali proprietari terrieri che vogliono beneficiare in maniera esclusiva dei vantaggi della nuova via ferrata.

Quando un gruppo di quattro banditi, rifugiatisi all'interno di una miniera d'argento, assaltano la diligenza ed uccidono un uomo, la sorella di quest'ultimo, l'altrettanto tenace Emma, raduna tutti i notabili della città per fare irruzione nel locale di Vienna, accusandola di collaborazionismo con i banditi, al capo dei quali figura proprio l'uomo di cui è innamorata Emma, ma che tuttavia gli preferisce Vienna.

Per fortuna quest'ultima, prudente, si è fatta raggiungere da un vecchio amante, il pistolero Johnny Logan che, vestiti i panni di un mite suonatore di chitarra conosciuto col nome d'arte di Johnny Guitar, farà di tutto per aiutare la sua ex amata a non soccombere alle minacce dei proprietari terrieri vicini, né tantomeno alle non meno pericolose minacce dei rapinatori suoi clienti.

Abbagliato da uno splendido colore grondante di tonalità esaltate e caldissime, Johhny Guitar è un western melodrammatico concitato e originalissimo sin dalla sua struttura: pur portando come titolo il nome di un uomo, che erroneamente si è portati a ritenere come il protagonista della vicenda, in realtà lo splendido film di Nicholas Ray si sviluppa sotto forma di una sfida senza tregua tra donne toste e determinate ognuna a porre in atto il proprio progetto di vita, o di svolta della propria esperienza.

Vienna contro Emma, lungo un tortuoso percorso di morte in cui la brama di soldi e di conquista finisce per essere, una volta di più in un western, il motivo conduttore e generatore di tutte le violenze e morti che costellano la dinamica vicenda.

Già dalla locandina, è Vienna - interpretata dalla diva Joan Crawford, magnifica, spigolosa nei suoi zigomi taglienti, ma anche di gran classe, sormontati da due occhioni che travolgono, qui perfetta in una parte destinata a farla rinascere riportandola al top tra le star, rigenerata dopo i recenti successi che la riportarono in quegli anni alla ribalta assieme a questo film - che spicca e risalta su ogni altro particolare.

Vestita entro una audace tenuta maschile composta di camicetta e pantaloni attillati da vero cow boy, con la sola concessione civettuola di un foulard esile ma dai colori vivi, la diva emerge dal folto gruppo di presenze prettamente maschili, con questa spiazzante scelta che ne esalta il fisico longilineo e la rende una perfetta eroina del West, la padrona incontrastata del saloon, oltre che delle scene, spodestando tutta la folta schiera di uomini da ogni primato, sia esso divistico, che di semplice nesso o durata di apparizione.

In seguito Vienna apparirà al contrario vestita nuovamente da donna, sfoderando un lungo, sontuoso abito bianco immacolato, più pertinente al soggetto, ma tuttavia completamente inadatto alla situazione, che addirittura porterà la donna vicina a rimanere vittima di un incendio, nell'epilogo concitato della vicenda.

Pertanto, di fronte alla appariscenza portentosa e senza pari della diva Crawford, sia il bravo Sterling Hayden, il Johnny Guitar del titolo, sia tutti gli altri splendidi e preziosi caratteristi, da Scott Brady, a Ernest Borgnine, a John Carradine a Ward Bond, soccombono di fronte alla tenacia di un affronto femminile senza tregua che oppone la mascolina ma seducente Crawford all'altra ottima interprete femminile, scelta per impersonare l'altro intransigente e forte personaggio femminile: Emma, assetata di vendetta e folle dal rimorso, invidiosa e gelosa, resa qui con piglio nervoso e dinamico dalla incontenibile e minacciosa Mercedes McCambridge.  

Ecco dunque che Johnny Guitar, a discapito del titolo altamente fuorviante, diventa a gran merito un capostipite del cinema western incentrato su protagoniste femminili, riprese poi ogni tanto, di fatto piuttosto raramente, da diverse dive nei decenni che seguirono, in grado di farsi valere con le armi in pugno.

Capiterà con la coppia, Bardot/Moreau in Viva Maria di Louis Malle, o in maniera ancora meno seria alla diva Doris Day/Calamity Jane di Non sparare, baciami, fino alla dura Sharon Stone diretta da Raimi di Pronti a morire, passando per il fiacco blockbuster Bad Girls, frullato di dive anni '90 che comprende le belle Drew Barrymore, Madeleine Stowe, Andie MacDowell e Mary Stuart Masterson.

Ma ogni confronto tra questi ultimi ed altri ancora non citati, ed il Guitar meraviglioso di Ray, si rivela sempre inesorabilmente infausto per i concorrenti.

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