Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Vienna è una donna volitiva e dal passato nebuloso: possiede una casa da gioco in una località sperduta che però dovrebbe essere valorizzata dall’imminente arrivo della ferrovia, nel frattempo viene osteggiata dai notabili locali e mantiene buoni rapporti con un quartetto di uomini dalle attività poco chiare; poi arriva dal nulla il suo ex amante, richiamato da lei, e le tensioni esplodono. Devo dire che questo film non mi aveva fatto una grande impressione (i melodrammi fiammeggianti non sono il mio genere), ma a rivederlo dopo anni l’ho rivalutato. Il personaggio di Johnny Guitar si inserisce nel solco tracciato da Il cavaliere della valle solitaria, ossia è un ex pistolero che ha riposto le armi per stanchezza ma è pronto a tirarle fuori quando servono: non c’è partita fra lui e Dancin’ Kid (sorvoliamo sul ridicolo “Ballerino Kid” dell’edizione italiana), che si arrabatta tra una fantomatica miniera d’argento e più prosaiche rapine in banca. Ma la vera rivalità è quella fra le due donne, alle quali viene riservato il classico duello finale (innovazione clamorosa per un western): apprezzo il modo con cui Joan Crawford ha saputo mettersi in gioco e rilanciare la propria carriera, ma sto dalla parte di Mercedes McCambridge, che mi fa tenerezza con la sua sessualità repressa.
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