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Johnny Guitar

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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La recensione su Johnny Guitar

di giansnow89
6 stelle

Un melò mascherato, con cui Ray prende in giro lo spettatore e un intero genere.

Pronti via, e già dai titoli di testa Nicholas Ray schiaffa in faccia allo spettatore la sua rivoluzione. A tutto schermo, lo spazio che una volta era stato occupato dai John Wayne, Gary Cooper, Robert Mitchum, stavolta viene riservato a una... donna. Joan Crawford. Poi verranno tutti i comprimari, alcuni anche di grande rilievo, come Hayden, Carradine, Borgnine. Il titolo del film è fallace e ingannevole. La vicenda ruota interamente attorno alla forte personalità della Crawford (che le cronache riferiscono fosse un peperino anche a macchina da presa spenta). La sua Vienna, chiaramente una donna in età, visto che Crawford è del 1904 e il film invece del 1953, è concupita da due baldanzosi giovanotti (Guitar e il Kid) e invece osteggiata dall'iraconda proprietaria terriera Emma Small, gelosa del suo successo, della sua pioneristica visione imprenditoriale e anche del suo rapporto più che confidenziale col Kid, che Emma ama segretamente. Il conflitto è inevitabile e molto complesso. Ci sono rancori storici, nascosti e non del tutto svelati che animano i protagonisti. Il film ha soltanto la veste esteriore del western, è un melò mascherato. La morte del fratello di Emma è solo pretesto per scatenare il desiderio di vendetta della donna contro Vienna, una (re)pulsione che ha origini più segrete e meno prosaiche. L'assalto alla diligenza, la rapina alla banca, tutti temi tipicamente della tradizione western fordiana, sono qui solo pura forma, sono solo dei catalizzatori che servono ad accelerare l'arrivo della resa dei conti per ragioni... di cuore.

 

Debbo infine togliermi un sassolino della scarpa, se mi è consentito. Non ci posso fare nulla, ma preferirò sempre i virili umori, le avidità, il nichilismo morale del western all'italiana. Queste scene madri da tragedia greca, in cui tutti i soggetti si accapigliano fra loro per una tardona (non me ne voglia l'immensa Joan Crawford) non sono credibili e non sono tollerabili. Sostituite a Joan una ricca cassa di dollari. E la situazione apparirà immediatamente meno tragicomica e più realistica. Lo spaghetti è intervenuto proprio per salvare il western dalla sua deriva gravemente romantica. Grazie al cielo.

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