Regia di Iginio Straffi vedi scheda film
Distribuito in seicento copie, il film delle Winx chiama a raccolta un numero di fan inimmaginabile. Soprattutto bambine, con fratellini e genitori al seguito. Rispetto alla serie Tv la grafica computerizzata tridimensionale migliora assai la definizione, e il respiro così cinematografico per un prodotto italiano d'animazione (costato oltre 20 milioni di euro) rende lo spettacolo decisamente ammaliante. È forse l'aspetto troppo derivativo del racconto a lasciare perplessi. Bloom cerca di smontare l'incantesimo che le tre streghe antenate hanno lanciato contro il suo mondo, facendolo scomparire. Riuscendo nell'impresa, potrà finalmente diventare fata guardiana come le altre Winx. Molto Harry Potter, molto Sailor Moon con sprazzi di W.i.t.c.h., mentre di italiano c'è soprattutto il “fisico” delle ragazzine: azzimate e magrissime secondo gli anoressici modelli della neotelevisione appaltata alle veline. Le Winx, però, pensano, non parlano radiocomandate, agiscono, non sono subalterne ai ragazzi (anzi) e forse per questo piacciono tanto alle bambine. Ribaltano una dinamica di ruoli che (purtroppo) imparano a riconoscere fin da piccole, sognando una rivincita che adesso, sullo schermo, è possibile.
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