Regia di Tamara Jenkins vedi scheda film
Quando Lenny Savage si riduce a scrivere su un muro con le proprie feci, per ripicca verso l’infer-miere incaricato di accudire la sua compagna, è chiaro che il suo stato mentale ha raggiunto il punto di non ritorno. Deceduta la partner di Lenny i figli della donna si apprestano a scaricare il peso dell’anziano su Wendy e Jon Savage, rispettivamente un’aspi?rante scrittrice non più giovanissima e un docente universitario con relazione sentimentale a termine. Tamara Jenkins, già da qualche anno promessa (come Wendy sulla mezza età) del cinema indipendente americano, ha trovato in questa storia di senilità, fratellanza, demenza, vita, arte, case di cura, convivenze e adulteri, un racconto capace di conquistare la critica americana e alcuni riconoscimenti come l’apertura del recente Festival di Torino. Soprattutto ha portato fortuna ai due protagonisti, Philip Seymour Hoffman e Laura Linney, lui candidato ai Globe e lei appena nominata per gli Oscar, dove la gara è ancora tutta aperta. Non mancano in verità alcune lunghezze e il finale è forse eccessivamente consolatorio, ma Hoffman e la Linney incarnano con invidiabile aderenza lo squallore e l’idealismo, la simpatia e la cattiveria, dei due fratelli. Allo spegnersi dei titoli di coda sembrerà di averli conosciuti davvero
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