Espandi menu
cerca
Garage

Regia di Lenny Abrahamson vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Peppe Comune

Peppe Comune

Iscritto dal 25 settembre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 174
  • Post 42
  • Recensioni 1539
  • Playlist 55
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Garage

di Peppe Comune
7 stelle

Josie (Pat Shortt) è un uomo buono e alquanto disadattato che gestisce una stazione di servizio alla periferia di un piccolo paese dell'Irlanda. Durante i week-end del periodo estivo viene affiancato nel suo lavoro da David (Conor Ryan), un ragazzo piuttosto taciturno col quale condividerà un po’ di solitudine e qualche lattina di buona birra.

 

 

”Garage” (premiato a Torino) è un ottimo racconto sulla solitudine e sulla "verginità" d'animo di un diverso, un inno alla purezza delle piccole cose compiuto senza il ricatto della retorica di maniera. Con uno stile che dire ridotto al minimo è poco, Larry Abrahamson dirige un film in cui l'estrema delicatezza della storia fa da corollario a un ritratto d'ambiente che ci restituisce un Irlanda lontana anni luce da quella canonizzata dai registri edificanti del turismo di massa. Non è solo Dublino l'Irlanda, ma anche questi piccoli paesi sperduti e dimenticati da tutti e da tutto, dove i pub, più che essere luoghi in cui è possibile inciampare nello "spirito" di Joyce o Yeats, servono agli abituali avventori per affogare un po’ di malinconia nell'alcol e a trovare il modo di sentirsi uomini migliori sbeffeggiando lo scemo di turno. Paesi dove i binari ferroviari non servono più per il passaggio dei treni ma ai ragazzi per ravvivarsi davanti a un falò, dove l'autostrada non passa più e la noia dominante rende i buoni d'animo come Josie facili prede del pubblico dileggio. É tanto lontana l'Irlanda descritta dal film dagli stereotipi da cartolina quanto lo è Josie dal tipo d'uomo alla perenne ricerca di esperienze accattivanti. É il ritratto della purezza fanciullesca Josie e sembra anche felice di lavorare in quella fatiscente stazione di servizio dove passa intere giornate a fare piccoli aggiustamenti e ad aspettare le auto che arrivano per fare rifornimento. Il suo mondo e tutto li e più che amare la solitudine la ricerca come antidoto alle piccole e grandi angherie che è costretto a subire quando si inoltra oltre i confini amici. Ha una sconfinata voglia di concedersi agli altri, di dare affetto e comprensione senza pretendere nulla in cambio, ed è considerato un diverso solo perchè agisce disinteressatamente, senza finalità alcuna, peccato mortale in tempo votato al più bieco edonismo. Non manca la poesia in questa bella parabola sugli umili, rinvenibile sul volto candido di Josie, nella sua amicizia con un cavallo e in una campagna rimasta ostinatamente selvaggia nonostante i segni della modernità che l'hanno attraversata. La struttura d'insieme tratteggiata da Abrahamson a me ha fatto venire in mente "Mouchette" di Robert Bresson (come ha pure ricordato Kikisan nella sua recensione a questo film), sia per la difficoltà evidente degli abitanti del luogo di compiere gesti autenticamente umanizzanti che per il peso dell'indifferenza umana che alla fine, come succedeva con la piccola Mouchette, graverà sulla sorte di Josie. Superlativa prova d'attore di Pat Shortt per un film che dice molto di più sulla condizione dei rapporti umani di quello che sembra. Perchè invece di urlare parla sottovoce, come chi si insinua con garbo nelle discussioni sulla nostra modernità senza la pretesa di voler imporre alcunché, ma solo perchè mosso dal partecipato interesse di voler discutere sullo stato delle cose. 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati