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Dead Silence

Regia di James Wan vedi scheda film

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La recensione su Dead Silence

di Furetto60
5 stelle

Horror discreto, senza molta originalità e senza molte pretese, di puro intrattenimento.

I coniugi Ashen, Lisa e Jamie sono una coppia felice, quando un giorno ricevono una misteriosa scatola, da parte di un anonimo mittente, contenente un pupazzo da ventriloqui. Poco dopo Jiamie rinviene in casa Lisa, barbaramente uccisa,con la lingua tagliata e la bocca spaccata e Jamie viene immediatamente sospettato dell’omicidio, dal solito solerte poliziotto, tanto ostinato, quanto ottuso. Determinato a provare la sua innocenza e a far luce sul drammatico evento, di cui ritiene responsabile il pupazzo, evidentemente animato da un’entità soprannaturale, Jamie decide di tornare alla città natia, per indagare su una vecchia leggenda, che narra la storia di Mary Shaw, ventriloqua famosa negli anni quaranta,  in cui si racconta che questa donna, ritenuta autrice di un nefando omicidio ai danni di un impertinente ragazzino, che avrebbe messo in dubbio i suoi valori artistici, rendendola ridicola, agli occhi del pubblico che assisteva alla sua rappresentazione, fu giustiziata con un taglio reciso della lingua, morendo dissanguata, dagli abitanti del luogo, perlopiù parenti della vittima, i quali in conseguenza della loro azione, sarebbero stati perseguitati dalla sua maledizione e decimati in pochi anni. Nella sua cittadina dove è vissuto fino a pochi anni prima, Jamie rivede il vecchio genitore ridotto su una sedia a rotelle, accudito dalla nuove moglie la giovane Ella. Gli unici però che sembrano conoscere i segreti della bambola “maledetta” sono Henry Walker e sua moglie Marion che però dimostra chiari sintomi di Alzheimer. Lo svolgimento dell’intreccio, procede nella sua assoluta insensatezza e pregno di imprecisioni di ogni tipo, ma regalando qualche riuscito colpo di scena e piccoli guizzi di regia,” old style”. Il punto è che il cliché dei fantocci maledetti è stato ampiamente abusato. I pupazzi fabbricati per il divertimento dei bambini, nel cinema horror degli ultimi anni, sono stati trasfigurati in entità inquietanti, come quelli della saga di Saw o le bambole assassine e come la ormai famosa Annabelle. L’idea di fondo che ha regalato successo a questi” personaggi” è stata un paradosso geniale: trasformare innocui giocattoli, da cui ti aspetti allegria e svago, in macabri e lugubri incarnazioni di esseri malefici, strumenti di morte o anime in pena a caccia di vendette. L’effetto straniante è garantito, però ormai il repertorio è troppo affollato e il mercato dell’orrore cinematografico è saturo di queste pellicole, difficile proporre ancora questo tema, dopo i tantissimi prodotti di questo filone, che hanno riempito a dismisura il genere negli anni passati. Anche di storie su vecchie streghe vendicative, giustiziate sbrigativamente dagli indignati abitanti di un apparente pacifico piccolo centro della provincia americana, è zeppa la cinematografia, come i thriller dove il sospettato numero 1, di un omicidio, per scagionarsi deve individuare lui il colpevole. Fotografia, ambientazione e atmosfere, sono comunque discrete e ricordano gli horror artigianali di Bava, ottimo il make-up. Al netto di tutto ciò, per chi si accontenta, il prodotto pur rimanendo nell’ambito del puro entertainment, regala qualche brivido, diversi sussulti e un finale a sorpresa

 

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