Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
Lars ha un problema. E’ un fobico, odia essere toccato e qualsiasi contatto con gli esseri umani gli procura un insostenibile dolore (psico)fisico. Un giorno però si presenta ai suoi concittadini, abituati alle sue stranezze, con una nuova ragazza conosciuta su internet: Bianca, una real doll. Una bambola.
E’ stato scomodato Frank Capra e il suo magico tocco, per costruire un paragone ad effetto con questa delicata commedia sull’incomunicabilità, sull’amore, sulla tolleranza. Agrodolce e sospeso in bilico tra sincerità e buonismo, la commedia scivola via grazie alla straordinaria performance di Ryan Gosling in grado di “tenere” il ruolo per tutto il film, senza cedimenti dimostra di reggere trasformazioni e ambiguità rendendo credibile e umana una bambola in silicone a grandezza naturale, una real doll, quelle costosissime e silenziose partner che stanno sostituendo nell’immaginario erotico le gommose sfiatate bambole gonfiabili. Il regista Craig Gillespie e soprattutto la sceneggiatrice Nancy Oliver, già autrice di alcuni episodi del fortunato serial televisivo Six feet under, confezionano un film senza alcun intento pruriginoso e dal delicato umorismo, nessun doppio senso sulla sessualità immota della signorina Bianca from Internet, piuttosto un passaggio radente sulle reazioni sorprese ma tutto sommato tolleranti dei pazienti e bizzarri compaesani dello stralunato Lars.
Un film sull’accettazione dell’altro, del diverso e in questo caso del diversissimo, a tal punto da rendersi necessario lo svellamento di qualsiasi aggancio alla realtà per divenire altro, e riuscire a comprendere e aiutare chi non può esternare sentimenti per costituzione (Bianca) o per paura (Lars)
Sembra fantascienza, visto l’individualismo spinto e la mancanza di attenzione al prossimo che ammorba questa buia terra di mezzo che chiamiamo società, ma il coraggio del film non sta nella provocazione dell’uso della bambola come oggetto in sé, visto che essa – ops, lei - muta la propria funzione rispetto ai fini per i quali è costruita, piuttosto è la rappresentazione di un mondo alieno, un agglomerato sociale coeso e proteso alla solidarietà più cieca e ingenua a provocare smarrimento e sorpresa. Il valore di questo film sta proprio nello spostamento dell’ottica che costringe lo spettatore a dirigere altrove la propria sospensione dell’incredulità.
Agrodolce e commovente, sicuramente divertente, Lars e una ragazza tutta sua è una di quelle operazioni che spiccano per originalità, che non mirano al colpo di scena ad effetto ma costruiscono delicatamente la trama per condurre chi assiste a cuor leggero verso il coerente, appagante finale. Il famoso tocco alla Capra? Non si sa, in ogni caso, un giorno, stanco di sentir parlare del famoso Frank Capra’s touch, Robert Riskin sceneggiatore di tutta l’opera del regista, gli inviò un ultimo copione composto da 120 pagine rigorosamente bianche. Sul frontespizio Riskin aveva scritto: “Caro Frank, applica dunque il tuo celebre tocco a questo.”
Ecco, non applichiamo paragoni, qualcuno potrebbe aversene a male
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