Regia di John Carney vedi scheda film
Dublino. Lui ripara aspirapolvere nel negozio del padre e suona la chitarra per strada, lei vende fiori e pulisce appartamenti; lui ha una ex a Londra, lei un marito nella Repubblica Ceca. Hanno un passato che pesa, percorrono insieme un pezzo di cammino ma sanno che dovranno lasciarsi presto: senza neanche un addio, solo lanciando un ultimo sguardo al mondo che scorre al di là della finestra. Deliziosa storia di non amore fra due poveracci che fanno una vita quasi misera ma non perdono la fiducia nel futuro. In realtà è un film pieno di difetti: la struttura è ostentatamente basica, la trama è tanto esile da sembrare una sequenza di canzoni legate da qualche scena, il problema del reperimento di denaro viene risolto con faciloneria, il montaggio è troppo spezzettato per i miei gusti. Però fa quello che dovrebbe fare l’arte: rasserena, pacifica l’animo, fa guardare con sorridente malinconia ai propri errori e alla propria piccolezza. Accattivante la colonna sonora, nella quale spicca la dolcissima Falling slowly. Se Kaurismäki e Loach dirigessero un musical a quattro mani, ne uscirebbe qualcosa di simile.
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