Regia di John Carney vedi scheda film
Generalmente, è uno di quei film per cui vado matto: un breve incontro tra due anime di seconda mano, sole e sincere, inevitabilmente destinate a lasciarsi per via delle circostanze degli eventi. In effetti c’erano tutte le premesse, in più la confezione naif (è stato girato con quattro soldi) e il tono costantemente discreto, mai urlato, sempre mirabilmente sotto le righe.
Eppure manca qualcosa a questo esordio irlandese low budget e di basso profilo, nonostante la naturale propensione alla malinconica, componente fondamentale nell’economia del genere. Manca quella reale scintilla tra la coppia e il pubblico, quel coinvolgimento che storie di questo tipo pretendono per definirsi completamente riuscite. Intendiamoci, il film è simpatico e certi momenti sono adorabili, ma ci sono due punti deboli: prolisso qua e là (nonostante la durata inferiore all’ora e mezza) e ogni tanto senza un reale messaggio.
Cosa resta? Resta il tentativo, peraltro parzialmente compiuto, di creare un musical moderno ed anomalo. E infatti la cosa migliore sta in una colonna sonora assolutamente memorabile realizzata dai due protagonisti (che ebbero anche una storia d’amore), vero e proprio motivo per guardare un film non indimenticabile ma gentile e garbato. Falling Slowly vinse l’Oscar, ma le canzoni contenute in questo piccolissimo film meritano cinque stellette.
Ci sono anche due scene da antologia: la ragazza che risponde in ceco (la sua lingua natale) al ragazzo riguardo i suoi sentimenti nei confronti del maturo marito; la wendersiana proiezione del filmino in Super8 con l’amata del ragazzo, con sottofondo struggente (ecco, io personalmente di fronte ad una sequenza del genere finisco i fazzoletti).
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