Regia di John Carney vedi scheda film
Il "breve incontro" di un malinconico busker dublinese, abituato a cantare le pene di un amore perduto, e di una buffa e graziosa pianista, ragazza madre immigrata in Irlanda dalla Repubblica Ceca. "Once" è un delizioso piccolo film fatto di musica e sentimenti irrisolti, con il sapore quasi neorealista del cinema proletario agrodolce alla Ken Loach e il fascino, struggente ed intenso, della musica di Glen Hansard, già chitarrista dei Commitments e leader della band The Frames (sconosciuta in Italia, ma tanto noi siamo l'ultima provincia dell'impero del rock). Canzoni, quelle di Hansard, apparentemente dimesse e sofferte, come l'aspetto del musicista irlandese, ma capaci di arrampicarsi sulle scale di emozionanti crescendo, talmente forti ed intensi da toccarti nel profondo, strapparti letteralmente il cuore e lanciarlo verso il cielo, ad altezze vertiginose. "Once" è la classica pellicola senza mezzi termini, che si odia o si ama, che può facilmente tediare per la sua lentezza e per l'essenzialità della sceneggiatura, oppure emozionare sentitamente, soprattutto se si sviluppa empatia per l'intima e minimalista ambientazione dublinese, per il calore avvolgente di alcuni momenti di serenità (la gita in moto, il lavoro nello studio di registrazione) e per le modeste e umili peripezie umane e sentimentali di personaggi tenerissimi, insicuri, commoventi e in fondo così simili a noi tutti. Scritto e diretto dall'irlandese John Carney, già bassista per un breve periodo nella band di Hansard, "Once" è stato girato letteralmente con quattro soldi e quattro interpreti (che se la cavano egregiamente, pur non essendo propriamente degli attori), riuscendo ad ottenere persino un notevole successo, a dimostrazione che, a volte, basta davvero poco per raccontare una bella storia e toccare l'anima di tante persone... e anche la mia: per quanto mi riguarda nel suo genere un piccolo capolavoro... cinque stelle.
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