Regia di Alina Marazzi vedi scheda film
Partendo da tre diari al femminile contenuti in quell’eccezionale archivio della diaristica sito a Pieve Santo Stefano, Alina Marazzi propone un’antologia selezionata dell’immagine femminile a cavallo tra i 60 e i 70, quando le donne iniziarono a reclamare per l’appunto il pane ma anche le rose (così si chiamava una rivista importante dell’epoca). Tre voci fuori campo (Anita Caprioli, Teresa Saponangelo, Valentina Carnelutti) leggono i diari, il montaggio ci tuffa in un mare di sensazioni e ci fa capire come nel periodo frettolosamente liquidato come “anni di piombo” siano in realtà fioriti cento fiori e si sia definitivamente messo da parte un modo di essere sessisti e un costume repressivo e oppressivo. Ci si diverte, si ride, si pensa, tra cartoni animati e testimonianze accuratamente selezionate. E si pensa anche a quanto sia retrogrado e oscurantista pensare di cancellare oggi le conquiste di quegli anni, sulla base di un neoconservatorismo insopportabilmente retrogrado e moralista. Grande ritorno di Alina Marazzi al documentario che lavora sul materiale d’archivio, dopo il personalissimo e geniale Un’ora sola ti vorrei. Vari festival, e adesso un’importante uscita in sala. Da sostenere.
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