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Vogliamo anche le rose

Regia di Alina Marazzi vedi scheda film

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La recensione su Vogliamo anche le rose

di nickoftime
6 stelle



Salutata con la solità sobrietà da un popolo festivaliero numeroso e trepidante Alina Marrazzi torna al TFF dopo lo strepitoso successo ottenuto da “Un ora sola ti vorrei” il documentario che l’ha imposta come una delle realtà più interessanti del nostro panorama cinematografico, non solo tra gli addetti ai lavori, a volte propensi ad inventare il caso per sfruttarne l’inevitabile ritorno di visibilità, ma anche dal pubblico più giovane che aveva apprezzato l’originalità dell’opera e la delicatezza nella rappresentazione di un dramma personale. E non c’è dubbio che anche questa volta il tema dell’emancipazione femminile e più in generale quello della condizione della donna a cavallo tra gli anni 50 e 70 non sia semplicemente l’oggetto dell’indagine ma appartenga al vissuto dell’autrice non solo come categoria ma anche come esperienza vissuta. Lo dimostra la volontà di privilegiare la dimensione privata ed emozionale delle sue protagoniste all’elemento sociale e politico: nel corso del documentario, costruito come un patchwork di immagini e parole tratte dalle fonti più disparate (materiale di repertorio, super 8, filmato d’animazione e testimonianza diaristica), al di là della cronaca di una battaglia che non è ancora finità, emerge il tormento di una presa di coscienza lunga e dolorosa, popolata da fantasmi personali e sovrastrutture opprimenti ed in cui solitudine e sensi di colpa sono le uniche certezze. La fluidità dello stile insieme ai simpatici siparietti d’epoca concorrono ad abbassare i toni, ma i nervi sono scoperti ed il pericolo di farsi male è inevitabile. Nel corso della presentazione del film, rispondendo ad una domanda di Nanni Moretti su un suo eventuale passaggio al cinema di finzione, l’autrice dapprima titubante poi decisa, ha detto di considerare come tale il suo documentario per la capacità di far vivere le protagoniste al di sopra del vissuto che raccontano.

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