Regia di Jon Poll vedi scheda film
Charlie fa surf (direbbero i Baustelle) tra una madre iperpossessiva, un’intelligenza viva e un talento soggiogato dalla sete di protagonismo. A scuola passa da drop out – precipitato in una classe nuova da chissà dove, con la sua giacchetta da college upper class – a guru per i compagni, adolescenti impreparati alla vita. Dopo aver fatto del bagno della scuola il proprio ufficio si autoproclama idolo dei compagni e li rifornisce di antidepressivi, quelli che i vari psichiatri assoldati dalla madre gli prescrivono a pacchi. Per poi scoprire che la droga aliena dal mondo e la cosa più importante è la famiglia (e non la popolarità). Charlie Bartlett parte dalla sacrosanta aspirazione di aggiornare (stracitandolo) Harold & Maude: mostrando le telecamere a circuito chiuso a fine “didattico”, la retorica da reality show, i padri che hanno problemi non solo di alcol ma anche di reati finanziari. Peccato però che finisca per travisarne lo spirito anarchico, la reale diversità, l’anticonformismo (che sta sempre nel fatto, non nell’effetto). Belle le facce di Anton Yelchin e del papà/preside Robert Downey Jr. La loro scena insieme in piscina è l’unica a salvare il film da un conservatorismo inquietante.
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