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Charlie Bartlett

Regia di Jon Poll vedi scheda film

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La recensione su Charlie Bartlett

di arkin
6 stelle

Sotto l'apparente superficie della leggerezza, fatta di ribellioni giovanili e simpatiche sfide al sistema scolastico, regista e sceneggiatore si permettono in realtà una critica ed osservazioni intelligenti: in un mondo dove i ragazzzi coi soldi possono "drogarsi" legalmente a suon di ritalin ed affini, prescritti al primo accenno di "disattenzione" e "depressione" da psichiatri iper-pagati che curano i loro giovani pazienti peggio di un onesto teen-ager in un bagno per ragazzi(forse la trovata più gustosa del film), Charlie Bartlett afferma di non capire cosa ha fatto di male vendendo i video di "bullismo scolastico" del prepotente di turno o riciclando pillole legalmente prescritte ai suoi coetanei. E non possiamo dargli torto. In un universo dove gli adulti curano i figli attraverso il controllo, il non-ascolto e l'affidamento dei loro disagi ad estranei(e per di più "spacciatori" di pillole), la droga usata dai ragazzi "poveri" nasce dalle stesse esigenze della droga prescritta a quelli "ricchi", con la sola differenza del fattore legale e della disponibilità-quindi-da parte dei disagiati di usufruire di un modo consentito ed (ahimè) accettato di sfuggire ai propri problemi e sofferenze. 
Non che alla fine il film inciti all'uso di tali "sostanze illecite" in modo libero e leggero, anzi, ma sottolinea l'esigenza di un ascolto che parta dalla comprensione ed un dialogo più affettivo, invece che dall'allontanamento dei problemi con la medicalizzazione(quando il portafoglio lo consente) o la demonizzazione della droga per i cosiddetti "elementi irrecuperabili", osservando le cose da una prospettiva meno ipocrita(non è un caso se molti adulti del film usano "droghe legali" per soffocare i propri problemi). 
Il resto, soprattutto la seconda parte, è piuttosto prevedibile, ed alcuni personaggi mancano di profondità(la ragazza di Charlie, l'aspirante suicida...)
Bravi, comunque, gli attori: Robert D. è sempre Magnifico, ed il giovane Anton Yelchin-specie in lingua originale- ha talento e carattere da vendere. 
Discreto tentativo, anche se carente della sfacciataggine necessaria per lasciare il segno(come ad esempio fece Pump up the volume). 

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