Regia di Peter Del Monte vedi scheda film
Teo (Foschi), un giovane astrofisico, perde la testa per una bella ragazza di origini slave (Smutniak). Va a vivere con lei e insieme mettono al mondo una figlia. Incurante del monito della ragazza ("non perdere tempo con me, porto solo guai"), Teo si ritrova in un ginepraio: la sua compagna dà continuamente in escandescenze, ha attacchi pantoclastici, trascura la foglioletta di pochi mesi, si porta a letto partner occasionali, è gratuitamente gelosa. I due si separano, ma Teo - che nel frattempo ha ingaggiato un'atra relazione sentimentale - sembra non riuscire a dimenticarla.
Peter Del Monte ripropone per l'ennesima volta la stessa salsa: cambiano gli ingredienti ma il sapore della storia è sempre quello di vicende estreme che hanno come centro gravitazionale una donna tormentata. Il ruolo toccato in passato a Valeria Golino, Kathleen Turner, Jennifer Connelly, Asia Argento e Margherita Buy questa volta spetta a una inespressiva Kasia Smutniak, che però nel confronto con l'espressione irrimediabilmente ottusa di Marco Foschi ci fa la figura dell'attrice di lungo corso. La storia è improbabile ed ellittica, i dialoghi sono svogliati e banali, i voli pindarici non si contano e la frenesia di colpire il cuore dello spettatore è tanto evidente quanto vana. Siamo dalle parti di Anche libero va bene o Betty Blue, ma molte, molte spanne più in basso.
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