Regia di Jean Becker vedi scheda film
Città vs. campagna. Idealismo artistico vs. concretezza operaia. Genio e sregolatezza vs. abitudini sane e semplici. Eremitaggio intellettuale vs. convivialità popolare. Due compagni di scuola si rincontrano, ormai uomini maturi, per riprendere ed approfondire il loro legame d'amicizia: un rapporto che diventerà un ponte tra i loro opposti modi di concepire l'esistenza. Un film che prende di petto la realtà di un mondo diviso e complicato, senza rifugiarsi nella speculazione filosofica, ma parlando, invece, il linguaggio diretto, e spiccatamente "cinematografico", dei colori e della vita: i colori inventati della tavolozza e quelli veri dei giardini, la vita solo immaginata e dipinta e quella, invece, autenticamente vissuta. Il film segue un'impostazione rohmeriana, ma senza sfumature romantiche: i due protagonisti, a differenza delle donne dei "Racconti", sono privi di visioni progettuali, e restano saldamente ancorati alla terra, non conoscendo altra dimensione che quella dello "hic et nunc". Per entrambi, il punto di riferimento è il passato, che è fonte di rimpianti per il pittore, e patrimonio di esperienza per il giardiniere. Un'opera estremamente naturale, che avvince per il suo modo, visivo e dialogico al contempo, di presentare ogni riflessione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta