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Il mio amico giardiniere

Regia di Jean Becker vedi scheda film

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La recensione su Il mio amico giardiniere

di bradipo68
6 stelle

L'elegia della campagna e della metafora fin troppo esibita.La storia che qui si racconta è quella di due uomini sulla cinquantina che dopo un infanzia passata insieme si ritrovano nel loro paesino d'origine dopo che la vita per tanti anni li ha divisi.Auteuil è l'animale metropolitano,pittore,stufo della città,con una situazione sentimentale ingarbugliata e che desidera solo pace e ispirazione per i suoi quadri.Darroussin è il suo amico giardiniere,ex ferroviere,che non si è mai mosso dal paesello natio e che ha una visione della vita disincantata seppur limitata dal numero esiguo di esperienze fuori della sua membrana amniotica.E il film non è altro che un confronto continuo,a tratti anche pedante tra i due modi di intendere la vita.Annoiato il cittadino,che non sa apprezzare le cose spontanee,legato solo al vile denaro,alla sua professione e a donne giovani,che pensa sempre al suo passato con agrodolce rimpianto perchè sa che adesso è un altra persona.Troppo esibito il temperamento campagnolo del secondo che dispensa perle di presunta saggezza ad ogni nanosecondo come se ci fosse un dosatore automatico di metafore,parlando di filosofia esistenziale trattando ortaggi o catturando carpe nel fiumiciattolo stantio vicino al paese,che guarda al passato come fonte continua di aggiornamento del presente fornendo all'amico news riguardo fatti del passato o del presente.In mezzo la malattia del giardiniere,la svolta melodrammatica che sembra un corollario inevitabile a tanta bucolica spensieratezza e che rafforza dentro di me l'assioma che nei film in cui c'è la svolta tragica si assiste sempre ad un miglioramento del giudizio da parte degli spettatori. Ho letto diversi giudizi positivi con cui non riesco a trovarmi d'accordo,il film è un tenue e anemico inno all'amicizia virile che non merita a mio parere tanta benevolenza di giudizi.I due attori protagonisti che stanno in scena praticamente per tutto il tempo sono favolosi nel delineare i loro personaggi ma non si può negare che il confronto sistematico tra città e campagna che viene riproposto continuamente è molto schematico,semplificato e dopo un po'sentire sempre la solita tiritera stanca.Del resto neanche la regia di Becker è sufficientemente brillante per risollevare del tutto il film,che ha il sapore di una gita fuori porta,piacevole e stancante allo stesso tempo e che si dimentica molto in fretta......

Su Élodie Navarre

una breve apparizione

Su Hiam Abbass

uno sguardo penetrante ...

Su Alexia Barlier

carina,mooolto carina

Su Fanny Cottençon

personaggio un po'buttato via

Su Jean-Pierre Darroussin

magnifico,a volte ruba la scena a Auteuil

Su Daniel Auteuil

bravo come al solito

Su Jean Becker

regia abbastanza pallida,ha due grandi attori a disposizione,fa fare tutto a loro

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