Regia di Benedek Fliegauf vedi scheda film
Letale e ricercato come il suo patrigno Bela Tarr, Fliegauf non ne ha sempre il rigore nè la potenza espressiva. A differenze di Rengeteg (molto più incisivo e drammatico), Dealer risulta assai faticoso, non solo per la consegna alla cupezza e alla tetraggine perseguite con indefettibile dogmatismo ma anche per la noia delle manovre di macchina (dopo duecento giri lentissimi intorno al protagonista gli sbadigli non si contano). Inoltre la ricerca spasmodica di situazioni oltre il limite in numero esponenziale diventa a un certo punto grottesca e non più sostenibile. L'effetto del film è sicuro se è stato finanziato da qualche associazione antidroga, diversamente, come prova d'autore, appare decisamente arrogante e soporifero. Per non parlare degli inserti simbolici a lato delle biciclettate obiettivamente un po' ingenui e scolastici (l'uomo morto, il tipo che prende a martellate l'auto e così via)...
Ce lo si può tranquillamente risparmiare.
Una nota a parte per la non colonna sonora: i respiri elettronici ripetuti per le due ore e rotti del film rendono idrofobo anche il più catechizzato dei cinefili...
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