Regia di Sam Garbarski vedi scheda film
Quando la nonna prende in mano la situazione...e risolve il problema.Su uno spunto buono per una sceneggiatura da scrivere su uno scontrino del supermercato o al massimo per una di quelle boiate supertrash a cui parecchi sono affezionati,il regista a me sconosciuto Sam Garbarski imbastisce un ritratto non troppo acido di una famiglia della piccola borghesia della periferia londinese che nel suo moltiplicarsi i suggestioni riesce anche a essere originale.Comincia come un film di Loach(tutta la sequenza iniziale con caseggiati bassi a mattoni e giadinetti incassati tra le case che non hanno l'aria di essere di gran lusso),si comincia a tratteggiare una famiglia abbastanza tipica che riporta alla memoria le famiglie chiassose o alternative di Leigh ma poi la vicenda prende la strada di un inno all'iniziativa privata,roba da Full Monty o Grazie signora Thatcher!.Ma in questa commistione di generi quello che viene fuori è un racconto non così prevedibile,con caratteristiche non omologabili a nessuno dei modelli ora citati.Una malattia subdola e rara si sta portando via il nipote,i genitori non hanno più soldi per curarlo,anche la nonna ha venduto la casa e allora le viene l'idea di cercare lavoro.E lo trova in un peep show:il manager magnaccia vede in lei un sicuro investimento e lei che credeva di aver trovato un posto da cameriera si ritrova a fare un lavoro leggermente diverso.Si trova in una stanza squallida dalle pareti grige,con due pulsanti rossi e un buco che comunica con un altra stanza.E dopo un iniziale ritrosia le sue mani morbide e all'apparenza vellutate troveranno modo di affinare la tecnica(che le viene insegnata in una sequenza da ricordare da una collega più esperta)ed ha il successo insperato con i suoi sconosciuti clienti,le viene creato il nome d'arte di Irina Palm(che fa vendere il prodotto anche meglio)si arriva a convivere con file fuori della sua stanza di lavoro e riesce a fornire i soldi per il nipote .Naturalmente il diavolo ci mette la coda,il figlio la scopre e dovrà smettere anche se ci sarà un happy end( troppo consolatorio) per essere vero.Il film è un lucido inno all'iniziativa privata,al successo dovuto alla perseveranza.Uno spunto da commediaccia becera(gli artifici per nascondere nelle sequenze i particolari scabrosi ricordano le commedie trash italiche) diventa un film delicato e anche pudico sulla negazione delle apparenze e la protagonista ,una Faithfull una volta icona di droga e ribellione,è invece una donna di mezza età che cammina un po'curva,dimessa e vestita sempre alla stessa maniera con i suoi maglioni di colore spento e il suo montgomery bordeaux che sembra aver visto momenti migliori.E fa tenerezza quasi quando nel suo squallido posto di lavoro si mette comoda con la sua vestaglietta da casa o cerca di migliorare il suo posto di lavoro con fiori colorati e quadretti appesi alle pareti.Il film ha un tono abbastanza buonista,forse troppo in certi momenti ma si riserva due sezioni intinte nel curaro:la prima è quando Irina va a cercare la collega di lavoro licenziata a cusa sua per riconciliarsi e lei la tratta malissimo,la seconda è quando Irina deve lasciare il lavoro a causa della scenata del figlio,spiega alle sue rancide amiche il suo lavoro senza usare eufemismi sconvolgendole ma facendo loro capire che loro non sono meglio di lei....L'unica cosa che non mi è andata giù è l'happy end che stona un pochino con quanto visto prima ma rimangono sempre tutti i pregi elencati prima....
rivista opo tempo
non male
funziona
abbastanza placido
il suo nome si addice bene al lavoro di Irina(ah aha ah)...bravo comunque
straordinaria interprete di un film non facile...
regia con ritmo lento e sicuro
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