Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film
Film a tratti difficile da seguire questo di Michael Winterbottom, regista inglese per tre volte candidato alla Palma d’oro a Cannes e vincitore di un Orso d’oro a Berlino 2003 con Cose di questo mondo. Il cineasta inglese riduce per il cinema (anche Brad Pitt tra i produttori) il libro di Mariane Pearl, intitolato Un cuore grande: la vita e morte coraggiose di mio marito Danny Pearl. Storia vera, quindi. Che riporta la vicenda del giornalista del Wall Street Journal responsabile per il Sud dell'Asia. La cui fine è dichiarata nella trama. Difficile da seguire perché perlopiù essenziale. Quasi documentaristico. Supportato da una regia di primo livello (svariate le scene con telecamera ‘in spalla’). E da un’interpretazione d’alta scuola di un’Angelina Jolie, calata alla perfezione nella parte drammatica della moglie dello sfortunato reporter. Di pellicole che parlano di situazioni estreme nel calderone del mondo islamico, ce ne sono a bizzeffe. Molte narrano storie di ostaggi occidentali nelle mani di estremisti musulmani e viceversa. Di norma accade che sia dato spazio a una buona dose di spettacolarizzazione degli eventi. Winterbottom sceglie la strada del mero racconto filmico. Molto di cronaca nel suo mostrare l’intera fase delle ricerche e dei vani tentativi di salvare l’uomo caduto nella trappola delle ritorsioni. Tanti flash back. Un po’ stancanti. Montaggio spesso frenetico. Tensione non del tutto costante. Niente più che scolastiche le interpretazioni di alcuni protagonisti, come Will Patton. Il quale conferma di essere non più di un buon caratterista. Brava invece la britannica d’origine indiana, Archie Panjabi (nell'apprezzatissimo The Good Wife, 2009).
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