Regia di Stefan Ruzowitzky vedi scheda film
In un campo di sterminio la parte di sé più difficile da far sopravvivere è la propria coscienza. E anche quando vi si riesce, si pone il problema di dove collocarla: se nella solidarietà verso i compagni o nella battaglia per la grande causa della guerra. In un dilemma di tal portata, la "doppiezza" è un decisivo aiuto. In questo film la "falsità" è, però, soprattutto la tetra cortina che serve a coprire la disperazione e l'incombente senso della fine che attanaglia, uniformemente, prigionieri e carcerieri. E nessuno di loro sarà completamente esentato dal rimorso.
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