Regia di Ishirô Honda vedi scheda film
Honda colpisce ancora e in modo peggiore rispetto ad altri suoi prodotti: qui viene aggiornato il mito del dottor Frankenstein, col suo cuore che va a finire in Giappone a causa di uno scienziato nazista, scapperà fuori un mostro (truccato male) che tende a crescere sempre di più fino a diventare una specie di incrocio tra Polifemo e King Kong. Ovviamente i casini più assurdi sono derivati dalla famigerata bomba atomica, ossessione del regista, ma quando l'intreccio non sa più dove andare a parare, ecco che sceneggiatore e regista si inventano l'entrata in scena di un altro mostro (guarda caso preistorico) che si addentra sotto terra, giusto per allungare il minutaggio e con l'illusione di incutere un minimo di timore; naturalmente il mostro "tedesco" farà a botte con Baragon (il nuovo arrivato) per svariati minuti che stancano dopo poco. Ucciso finalmente il lucertolone (davvero brutto, al limite del comico involontario), dopo dieci secondi (o giù di lì) sbuca, non si sa come, una piovra gigante che non c'entra nulla (!!): altro combattimento megalomane finché non cadono finalmente tutti in mare. Le uniche cose positive: l'idea di partenza (persa per strada), qualche bellezza paesaggistica, il bell'incendio sullo sfondo nel finale e forse il commento musicale. 3 1/2
Di routine, ma almeno decente.
Privo di idee nello sviluppo, sciatto e comico.
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