Regia di Ishirô Honda vedi scheda film
In questa pellicola Honda ci regala il meglio del suo stile, pacato ed efficace al contempo, sempre perfettamente centrato sulle situazioni. La sua regia segue l'azione con scrupolo, ma senza enfasi né eccessi e, come in altri suoi film, la narrazione ha la forza derivante dall'equilibrio e dalla semplicità. La sceneggiatura si avvale più che mai della tecnica del fumetto, contraddistinta da una pregnante concisione di testi e di immagini, in cui i singoli momenti della storia si susseguono, con agilità e dinamismo, e vengono infilati uno dopo l'altro come le perle di una collana. Interessante il contenuto, che mette in relazione il riscaldamento globale (in questo caso, di origine nucleare) con il dissesto idrogeologico ed il risveglio della fauna preistorica. Il film compone questi ingredienti di base in un quadro lineare e plausibile, mentre ci offre splendidi panorami urbani e campestri, marittimi e montani, oltre a gradevoli pennellate di colore giapponese. La seconda parte è dominata dalla solita fantasmagoria di effetti speciali, palesemente artigianali, eppure complessi e sofisticati ed, a loro modo, emozionanti. Il finale – un magnifico ed originalissimo connubio di sensibilità pittorica e potenza drammatica - è da annali del cinema. In conclusione, questo "Rodan" si colloca nella elitaria sfera dell' "aurea mediocritas", a cui appartengono tutti i film senza pretese, ma realizzati con cura e maestria, dove il rigore formale è lo stesso con il quale la mano del disegnatore guida la matita sul foglio. Un film straordinario nella sua ordinarietà.
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