Regia di Roy Andersson vedi scheda film
Musicisti solitari, maestre frustrate, una coppia punk alla deriva, la ragazzina innamorata del musicista, l'impiegato che subisce il mobbing e altra strana umanità sono i protagonisti di questo film anomalo costruito come una serie di sketch tutti ripresi allo stesso modo: cinepresa fissa a terra e grandangolo.
Siamo tra il cinema nichilista di Kaurismaki e lo sperimentalismo del Von Trier di Dogville, in quella zona al crocevia da umorismo nero e commedia catartica. In linea con il titolo italiano del film (Gioisci dunque, o vivente), questa coproduzione nordica firmata da Roy Andersson spinge con vigore sul pedale del grottesco, con esiti alterni e con un'idea di cinema davvero molto personale.
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